La cosiddetta "Google Tax" non è ancora legge (è passato un emendamento in Commissione bilancio alla Camera, ma l'iter è ancora lungo) e già ha ricevuto critiche da ogni parte, soprattutto perché rischia di violare le normative europee sul libero mercato, sebbene un provvedimento simile sia allo studio proprio a Bruxelles.
Si tratta di una proposta del deputato del Pd, Francesco Boccia, che obbliga chiunque voglia comprare o vendere servizi nel nostro Paese ad avere una partita Iva italiana. Un modo per costringere società come Google, Amazon e altre a pagare una parte delle tasse al nostro Erario. Un esempio è proprio l'azienda di Mountain View che in Europa ha una sede nella "fiscalmente conveniente" Irlanda.
Ma, oltre ai "giganti del web", la legge se approvata colpirà tutta una serie di multinazionali che offrono servizi nel Belpaese e che probabilmente non ci penserebbero due volte a disinvestire in Italia. E a farne le spese potrebbe essere persino la webtv democratica YouDem che per il dominio si è affidata all'australiana Instra, come dimostra il registro dei domini.
Questo significa che - ironia della sorte - uno dei principali organi di comunicazione del Pd potrebbe essere "azzoppato" da un provvedimento che, nonostante sia stato duramente criticato anche da Matteo Renzi, è stato voluto proprio da un deputato del Pd. Se Instra non aprirà una sede con partita Iva in Italia, infatti, a YouDem non resterà che cambiare fornitore. Con conseguente dispendio di tempo e denaro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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