Ci sentiamo poco bene a parlarne. L'altra sera Lilli Lady Bilderberg Gruber ha detto: «Mi sento poco bene a parlare di patria e di nazione». Alessandro Milan, su Radio24, ha commentato un'intervista del ministro Lollobrigida così: «La parola Patria mi provoca un brivido lungo la schiena». E Lella Costa, su La7, ha iniziato un intervento con «Scusate ma io non riesco a dire la parola nazione o patria».
Bene. Le diciamo noi.
Peggio degli arcitaliani ci sono solo gli antitaliani. Chissà perché parole sbandierate fino a ieri con orgoglio dagli intellettuali di sinistra-sinistra sono state ammainate da quando è al governo la destra-destra di Giorgia Meloni.
Strano. La Costituzione più bella del mondo cita Patria, con la maiuscola, due volte; e Nazione, o nazionale, sei. Ci sentiamo poco bene: abbiamo i brividi.
Domande. Come mai quelli che ci credono di meno sono quelli che lottano di più per dare agli stranieri la patria italiana? E perché si sentono tutti «cittadini del mondo», tutti con doppia cittadinanza e triplo passaporto, quando il loro orizzonte mentale arriva a uno yacht in rada a Montecarlo, o a un pied-à-terre europeo a Bruxelles, o all'albergo della conferenza di Davos?
Gente senz'arte né patria. Dovrebbe andare in Ucraina o a Gaza.
Almeno lì capirebbe che le guerre si combattono per la Patria e per una nazione.Dante, che non è di destra, ma neppure del Pd, li ha già condannati. I traditori della patria li sbatte nel lago ghiacciato di Cocito. Sai lì che brividi.
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