Serracchiani si sbaglia, le truppe petalose e Prodi: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: il vertice di Parigi, i carnivori trumpiani e l'Ucraina

Serracchiani si sbaglia, le truppe petalose e Prodi: quindi, oggi...
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- Comunque quello di The Atlantic, più che un grandissimo scoop, mi pare una clamorosa botta de cu***.

- Non so decidermi se sia peggio il termine “volenterosi”, riferito a chi vuole le truppe Ue in Ucraina, o “resilienza” riferito al Covid. Mi fanno orrore entrambi.

- Vi piacciono le bistecche, il ragu e gli hamburger? Siete fascisti, di destra, maschilisti, trumpiani. È in estrema, iperbolica sintesi, il contenuto dell’articolo pubblicato dal Corriere della Sera dove devono essere più o meno convinti che se gli americani hanno ricominciato a mangiare carne alla facciaccia degli allarmi green sulle puzzette delle mucche che inquinano a gogo, è tutta colpa di Donald Trump ed Elon Musk. Testuale: "Decenni di allarmi sui danni della carne - scrive il Corsera - e degli allevamenti intensivi, campagne su campagne per nobilitare gli erbivori e promuovere i cibi vegetali, sembrano già dimenticati. Make America healthy Again è miseramente fallita. E sì, c’entrano anche loro - sembra che non si possa più fare a meno di citarli - Donald Trump e Elon Musk”. Non avete mai pensato, banalmente, che la questione andrebbe letta al contrario? Non sono Trump e Musk, Meloni o Salvini, a spingere gli elettori a contravvenire alle regole ambientalmente corrette. Sono loro che scappano in autonomia da estremismi verdi e eccessi vegani, da esagerazioni woke e intrugli anti-discriminazione. Alcuni politici lo hanno solo capito prima degli altri.

- Come è andato l’incontro dei volenterosi a Parigi? Come tutti gli incontri europei. Si decide tutto e niente. State a sentire. Macron ha spiegato che “ci sarà una forza di rassicurazione" composta da "diversi Paesi europei" nel caso di raggiungimento della pace in Ucraina. La forza avrà base "in alcuni luoghi strategici”, "avrà un carattere di dissuasione nei confronti di una potenziale aggressione russa” ma "non sarà destinate ad essere forze di mantenimento della pace, non saranno forze presenti sulla linea di contatto né destinate a sostituirsi all'esercito ucraino”. Insomma: forza di rassicurazione e non interposizione. Gli cambiano nome e non lo mandano al fronte, in pratica truppe petalose. Solo a me pare un giro di parole per dire che l’Europa, alla fine, non ha il coraggio di fare ciò che vorrebbe fare?

- Debora Serracchiani lamenta gli insulti ricevuti dopo la sua uscita sulla “pazienza di Giobbe”. Solidarietà. Però lei dice: “Martedì mattina intervengo in diretta a ‘L’Aria che tira’ per commentare le parole di Romano Prodi rivolte alla giornalista Lavinia Orefici. Parlo di gesto inopportuno. Ma parlo solo di parole. Dieci ore dopo, la scena della ‘tirata di capelli’ viene trasmessa per la prima volta nel programma serale di Floris. Io, come chiunque, la vedo in quel momento. Non prima”. Eh no. Perché un filmato, già abbastanza chiaro, sulla tirata di capelli l’aveva già pubblicato Quarta Repubblica. Quello di Di Martedì ha solo dato una migliore angolazione. E no, Prodi non aveva “mosso il braccio” e nel farlo “ha toccato la giornalista”. Ha proprio fatto din don con la ciocca. A Serracchiani&co, questo è il punto, sarebbe dovuto bastare il video di QR per capire che il Professore aveva mentito (non aveva toccato nessuna spalla). Ma soprattutto, sarebbero dovute bastare le parole di Lavinia Orefici che da giorni andava dicendo che Prodi le aveva preso i capelli in mano.

Perché arrampicarsi sugli specchi? Perché credere a Prodi e non alla giornalista? Non eravate voi quelli che “alle donne bisogna sempre credere”? E perché insistere, anche martedì mattina, quando il giorno prima i giornali online e le televisioni avevano già sbugiardato il Professore?

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