Sesso e disabilità, un tabù durato troppo a lungo. Negli ultimi anni, però, l’interesse verso questo tema è cresciuto tanto da esser diventato oggetto di discussione nel corso di un convegno tenutosi ieri a Palazzo Madama.
A far gli onori di casa è stato il senatore meloniano Antonio Guidi, ex ministro della Famiglia nel primo governo Berlusconi, oggi responsabile del dipartimento di Disabilità ed Equità sociale di Fratelli d’Italia. “Quello della disabilità e della sessualità è un argomento considerato al limite, sfidante e complesso, ma che deve essere attraversato, invece, con semplicità, lasciando da parte pregiudizi e tecnicismi”, ha detto Guidi, sottolineando come solo di recente si è cominciato “a parlare esplicitamente di disabilità e amore, di corpo disabile e sessualità, in maniera demedicalizzata e depatologizzata”. Guidi rifiuta che si tratti il tema sessualità solo in quanto connesso “alla disabilità come diritto” perché “non si può garantire un terreno emozionale quasi per legge”. Secondo l’ex ministro è necessario creare “le condizioni dello stare insieme: dalla scuola al teatro, dal lavoro alle feste, dalla casualità all’incontro mirato, abbattendo barriere architettoniche e culturali”. È importante sconfiggere il pregiudizio secondo cui la disabilità è “un problema speciale”, mentre si tratta di un tema sicuramente complicato “ma non terreno di dissertazioni sonnacchiose fra tecnici”. La sessualità, in definitiva, secondo Guidi, “non è un self-service, ma la ricerca del tanto – a volte del tutto – partendo dal poco di sé stessi”. Per il senatore Gianni Berrino, capogruppo della commissione Giustizia e membro della commissione Affari sociali “la politica non deve tacere per paura, indifferenza o comodità” anche “perché una sessualità sana e felice fa parte della normalità della vita”. Berrino sottolinea: “Questa iniziativa intende esattamente squarciare il velo del silenzio, del tabù e del pregiudizio e costituire un momento di confronto attivo”.
Secondo l’ex atleta paralimpica e parlamentare Pd, Laura Coccia, oggi portavoce dell’associazione DisabilmenteMamme, “nell’immaginario collettivo le persone con disabilità sono esseri sofferenti che necessitano ininterrottamente di essere curati, incapaci di provare emozioni negative, interessi o passioni di qualsiasi genere”. La Coccia mette in evidenza il “muro di ignoranza che sembra fatto di gomma” con domande del tipo: “È tuo fratello?”, “Vivete insieme?”, “Ma sei incinta?” e poi “Di chi è il bambino? È tuo? L’hai fatto tu?”. Tutti stereotipi e i pregiudizi “contro cui – spiega l’ex deputata Pd - dobbiamo lottare ogni giorno, considerando che una donna con disabilità è sempre vittima di una doppia discriminazione: come donna e come persona con disabilità”. Al convegno, oltre a vari sociologi e psicoterapeuti, era presente anche Gianluca Giacchero, attivista per i diritti delle persone con disabilità, rimasto paralizzato in seguito a uno sfortunato tuffo. “L’incidente mi ha portato a non poter essere più autonomo, dover sempre dipendere dagli altri, dover combattere tutti i giorni con i miei problemi fisiologici.
Non sono stati motivi per cui abbattermi, bensì uno stimolo per guardare sempre avanti e non perdere la speranza”, ha detto Giacchero che, oggi, dopo quasi sedici anni, ha un lavoro stabile e porta avanti con coraggio le sue battaglie. “Spero che la mia storia possa essere di ispirazione e tenere aperto un dibattito su un argomento così importante e urgente, non solo per chi ha una disabilità, ma per tutti”, ha concluso l’attivista.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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