Sesta Procura contro la Lega Spunta lo scandalo Padanine

Bologna, i pm indagano sulle spese per le Miss. Intanto Bossi ammette: "Ho autorizzato alcune spese dei miei figli"

Sesta Procura contro la Lega Spunta lo scandalo Padanine

Qualche leghista ci scherza su: «Come si chiamerà questo filo­ne, Mutandepulite?».AnchelìlePro­cure stanno rovistando, tra le Miss padanie sfilate alla kermesse della bellezza leghista. E con questa in­chiesta, dicuisonotitolariipmdiBo­logna, siamo a sei le Procure che in­daganosulCarroccio: Milano, Napo­li, Reggio Calabria, Reggio Emilia, appunto Bologna e infine Verbania (sul senatore Montani). Un fuoco giudiziario nemmeno fosse Cosano­stra.

Ma allora chi pagava e con quali soldi, per far sfilare le bonazze care a Bossi (e al figlio Trota), anche dette Padanine? Si sono usati rimborsi elettorali anche lì? Su questo ruota l’inchiesta della Procura di Bologna, che riguarda sempre l’uso dei finan­ziamenti pubblici da parte della Le­ga, ma è incentrata su un personag­gio- altra beffa per il Carroccio- che nel frattempo non è più leghista, ma finiano. Si tratta di Marco Mambelli, bolognese, inventore di Miss Pada­nia.

Insieme al leghista Luigi Pasqui­ni, anche lui candidato alle regionali 2010 per Bossi, «Mambo» è indagato per «falso commesso da privato in at­to pubblico» dal pm Morena Piazzi. In sostanza avrebbero dichiarato di aver speso per la campagna elettora­le meno di 2.500 euro: un sistema ­come denunciato dall’ex militante Alberto Veronesi - finalizzato a elu­dere i controlli, non previsti per som­me inferiori a quella cifra. Ma l’inda­gine riguarda anche i soldi spesi per l’arruolamento delle Miss Padania come testimonial nelle feste elettora­li del Carroccio.Scrive nella denun­cia ri­portata da Italia Oggi l’ex leghi­sta Veronesi: «Quanti soldi ha speso Mambelli per le Padanine? Solo con­siderando i poster e il camper, come ha fatto a spendere meno di 2.500 eu­ro? ». Ed è possibile che il pm chiami a testimoniare anche le ragazze.

In Emilia, che due anni fa era con­siderata la nuova Eldorado leghista, le cose si sono messe male. Ci sono al­tri quattro indagati della Lega emilia­na, stavolta dalla Procura di Reggio Emilia.

L’accusa è malversazione nell’uso dei fondi pubblici del grup­po leghista in Regione, e anche qui la falsa rendicontazione. Nell’esposto da cui parte l’indagine sono citati il segretario nazionale Lega Emilia (Angelo Alessandri), il vicepresiden­te della Provincia di Piacenza ( Mau­rizio Parma), l’ex tesoriere regionale della Lega e il responsabile ammini­strativo. Clima bollente, col il con­gresso per eleggere il nuovo segreta­rio nazionale della Lega in Emilia che è fissato per l’ultima domenica di maggio (mentre in Lombardia Maroni indica Salvini, ma si vocifera di una candidatura di garanzia di Ca­stelli). E una guerra per bande in at­to. Da una parte il candidato maro­niano, l’ex Cobas delle quote latte Fa­bio Rainieri ( indagato e poi prescrit­to), e dall’altra l’attuale capo Angelo Alessandri, ex cerchio magico, già sotto accusa per una storia di multe prese «per attività politica» e saldate dal partito.
L’altra Procura «minore» che sta torchiare la Lega è quella di Verba­nia, l’indagato è il senatore Enrico Montani,nell’ambito dell’inchiesta sulla frode fiscale che ha portato alle dimissioni il sottosegretario Zoppi­ni. Che c’entra il leghista? L’ipotesi accusatoria riguarda un presunto scambio con l’imprenditore, ramo idro-termosanitari, Giacomini. Fi­nora i pm hanno in mano solo un’agendina del Senato, inviata da Montania Giacomini per Natale. Po­chino. L’altra «prova» sarebbe un or­dine del giorno sulle caldaie a idroge­no (una delle produzioni
 green del­l’azienda verbanese) proposto da Montani, votato poi da tutta l’aula. «Allora indaghiamo tutto il Senato» commenta il senatore Garavaglia.

In compenso hanno fatto perqui­sire i suoi uffici di Verbania, senza chiedere autorizzazione al Senato come prevede la Costituzione, de­nuncia la Lega. Non solo, è stata per­quisita la casa della sua segretaria, una dipendente del Senato cui sono piombati in casa cinque carabinieri. Perché? Perché ha inoltrato una mail col testo del disegno di legge sul­l ecaldaie. Lega nel mirino.Tutto me­rito di Belsito, di cui Radio Rtl 102.5 ha scoperto un’altra chicca: ha fe­steggiato il compleanno in un risto­rante di Roma ( con Bossi e altri 20 in­vitati) ma non ha mai pagato il conto: 1.400 euro.

Maroni si è scusato con il

titolare e lunedì salderà il debito, mentre il Senatùr oggi sarà a Novara. Secondo alcune indiscrezioni, avrebbe ammesso di aver «autoriz­zato alcune spese» dei suoi figli e di «aver chiesto che venissero pagate».

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