Lo sfogo del leader Pdl: per certi magistrati sono sempre colpevole

Berlusconi soddisfatto dopo la decisione del giudice di Napoli. Domani al Colle chiederà le larghe intese o il ritorno alle urne

Lo sfogo del leader Pdl: per certi magistrati sono sempre colpevole

«Eppoi mi vengano a dire che non c'è accanimento da parte di certe procure, me lo vengano a dire se ne hanno il coraggio...». Che Berlusconi sia soddisfatto della decisione del gip di Napoli di rigettare la richiesta di giudizio immediato è fuor di dubbio, anche se quel che più preme al Cavaliere è il fatto che la tesi accusatoria dei pm sia stata respinta con perdite. Questo ripete a chi ha occasione di sentirlo durante la giornata, puntando l'indice contro Woodcock e «il suo incredibile teorema» e sottolineando che il gip ha ritenuto non ci fossero le condizioni per ritenere certa l'ipotesi della corruzione. «I pm – si sfoga in privato – avevano già deciso che ero colpevole senza neanche avermi interrogato e tanto ne era convinti che volevano il giudizio immediato. Volevano la mia condanna pur non avendo lo straccio di una prova...».

Un Cavaliere in parte sollevato, dunque. Anche se ormai la scontro con la magistratura ha da tempo superato il livello di guardia, per cui l'ex premier guarda più il bicchiere mezzo vuoto che quello mezzo pieno. E così, il fatto che il gip di Napoli abbia nelle sue motivazioni smontato pezzo per pezzo l'accusa (mettendo in dubbio pure che i voti dell'allora senatore De Gregorio fossero pro Berlusconi) è per il leader del Pdl l'ennesima certificazione di quell'assalto di «alcune procure» che va denunciando da tempo. Perché, è il senso dei suoi ragionamenti, se un gip arriva a respingere una richiesta di giudizio immediato contestando al pm che le prove non sono certe vuol dire che da parte della procura non c'è stata neanche una minima cautela nel formulare una richiesta tanto pesante, per di più all'indomani dell'appello del Quirinale.

È questa la ragione per la quale Berlusconi è pronto alla «mobilitazione permanente nelle istituzioni, nelle piazze e nei media». A partire da sabato, quando a Roma il Pdl manifesterà «contro l'oppressione fiscale, burocratica e giudiziaria». Una protesta, fa sapere l'ex premier in un messaggio a forzasilvio.it, destinata ad allargarsi anche alle istituzioni. Berlusconi, infatti, non esclude un bis della manifestazione dei parlamentari del Pdl davanti al tribunale di Milano come pure l'ostruzionismo in Parlamento visto che Bersani ha risposto con «insulti» e con «disprezzo» alla disponibilità di «dar vita ad un governo Pd-Pdl» che possa «farci uscire dalla recessione e ripartire verso lo sviluppo». Anzi, ha preferito «attuare un'occupazione militare di tutti i vertici istituzionali».
Un Berlusconi che domani potrebbe salire al Quirinale insieme alla delegazione congiunta Pdl-Lega (giusto a sfatare gli scenari onirici di chi immaginava un Carroccio già pronto a sostenere Bersani).

A Napolitano il centrodestra ribadirà la posizione degli ultimi giorni: la propria disponibilità ad un accordo per un esecutivo di larghe intese che duri almeno due anni oppure l'immediato ritorno alle urne perché un governo di minoranza come quello che sta cercando di formare Bersani sarebbe secondo il Cavaliere quanto di più dannoso per il Paese. Senza considerare che l'ex premier sa bene che, se davvero nascesse, un simile esecutivo avrebbe come principale core business i provvedimenti anti Cav: dal conflitto d'interessi all'ineleggibilità.

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