La procura continua a indagare sulla tragedia di Cutro, che ha visto la morte di decine di migranti. Da sinistra non sono mancate le accuse di negligenza e di sottovalutazione nei confronti della guardia costiera, che a loro dire avrebbe sottovalutato il pericolo per l'imbarcazione. Ma il corpo militare italiano ha sempre respinto ogni accusa e anche dai microfoni di Skytg24 durante l'evento Live in Napoli si difende e rimanda al mittente qualunque accusa di negligenza per voce dell'ammiraglio Nicola Carlone, comandante generale del Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera.
"Non credo di poter dire che i miei ragazzi quella notte abbiano sbagliato, poi vedremo quello che uscirà dalle inchieste in atto, ma sono sicuro che l'operato di quella notte è stato fatto correttamente", ha detto il militare difendendo i suoi uomini, sottolineando poi che "il mezzo ha fatto una navigazione che si è messa da sola in pericolo. In quel momento c'erano anche delle unità in mare che potevano assolutamente intervenire e individuare delle situazioni di pericolo". L'ammiraglio assicura che tutti i suoi uomini hanno operato in modo corretto: "Se abbiamo la coscienza a posto? Assolutamente sì, in base alle informazioni che avevamo abbiamo fatto quello che si doveva fare". Ciò non significa essere tranquillo, come ha sottolineato lo stesso militare, visto che in casi come questi chiunque si sente partecipe della tragedia. "Dovremo probabilmente rifletterci ma siamo sicuri che la magistratura aprirà una luce, darà chiarezza e saremo tutti vicini a capire la verità", ha proseguito Carlone.
L'ammiraglio è anche entrato nella polemica che, da parte della sinistra, ha visto accuse nei confronti della politica, smentendo qualsiasi fantasiosa ricostruzione da parte di chi sostiene che l'atteggiamento della guardia costiera sia cambiato col nuovo governo. "La politica può decidere se intervenire o no? Assolutamente no", ha specificato il militare. Carlone ha spiegato che "la tempistica prevede una responsabilità immediata di chi riceve la chiamata di soccorso. È una responsabilità diretta, non c'è un passaggio ad altri livelli. Un milione e 200mila persone portate a terra non possono aspettare le chiamate a livello più alto. Chi riceve, parte".
Infine, sulle polemiche che vogliono la guardia costiera in guerra con le Ong, l'ammiraglio ha smentito ricostruzioni fantasiose: "Non c'è nessuna guerra con le Ong.
Sono dei mezzi che fanno soccorso, sono dei mezzi che svolgono il loro lavoro in mare". E ha quindi sottolineato che su tutti gli sbarchi che sono avvenuti, solo due hanno subito il blocco e per motivi diversi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.