Sicilia, la candidata Fiom corre col simbolo del presidente che non c’è

Giovanna Marano, aspirante governatrice per sinistra radicale e Idv, ha sui manifesti il logo "Claudio Fava presidente": quando i partiti si sono messi d’accordo era troppo tardi per cambiarlo

Sicilia, la candidata Fiom corre col simbolo del presidente che non c’è

La sua fortuna è che in Sicilia, complici le vertenze calde che, dalla Fiat al Petrolchimico, ha seguito in prima persona, è abbastanza conosciuta. Sì, perché se fosse per i partiti che la sostengono, e che l’hanno pescata in extremis dopo il forfait del candidato scelto inizialmente Giovanna Marano, la dirigente Fiom che corre per sinistra radicale e Idv per conquistare la poltrona di governatore alle Regionali del 28 ottobre, non avrebbe speranze. Eh sì, perché nella Sicilia dei paradossi lei, candidata presidente, corre con un simbolo che non porta il suo nome. O meglio, con un simbolo che porta sì un nome, ma quello di Claudio Fava, l’aspirante governatore costretto a ritirarsi perché aveva trasferito la sua residenza in Sicilia con cinque giorni di ritardo rispetto ai 45 prescritti dalla norma. E così, sui manifesti della candidata, campeggia un «Claudio Fava presidente» che fa a pugni con la logica e col buon senso.

Il pasticcio, molto banalmente, è nato per i tempi ristretti e per la rigidità della burocrazia. Quando Claudio Fava, praticamente alla vigilia della formalizzazione della candidatura, è stato costretto al forfait, i simboli erano già pronti per il deposito. E quando lei, ripescata in extremis ha detto che sì, accettava di candidarsi, era troppo tardi per fare il cambio in corsa.

Fava, è vero, è rimasto comunque al suo fianco. Anzi, lei stessa l’ha indicato come suo vice nel caso - poco probabile - che lei riesca a sbaragliare gli altri nove concorrenti, in primo luogo Nello Musumeci, il candidato di Pdl e Pid, e Rosario Crocetta, l’aspirante governatore designato dal Pd che corre con l’anomalo sostegno dell’Udc.

Resta comunque il dato di un simbolo che fa a pugni con la logica e che rischia anche di spiazzare gli elettori al seggio. Va bene i politicizzati. Ma il povero elettore che andrà a caccia del simbolo col nome «Marano» rischia di confondersi. O magari rischia di votare per il presidente che candidato non è.

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