In Sicilia il Cav gela Miccichè: fuori chi divide

C'è un detto in Sicilia che dice: «L'acqua mi bagna e il vento m'asciuga». Sarà dura farlo valere nella stagione dei veleni. Nello Musumeci, candidato alle Regionali di Pdl e Pid, la dice con eleganza: «Temo che il clima della campagna elettorale possa avvelenarsi». In realtà i pozzi sono già pieni d'acqua nera, dopo che Gianfranco Miccichè, primo sponsor di Musumeci, ha pensato bene di sfilarsi per candidarsi in prima persona, si dice su consiglio di Gianfranco Fini, col sostegno del Fli, ( quello nazionale, perché a livello locale è già guerriglia), e niente meno che del suo ex nemico Raffaele Lombardo. Non a caso, ieri Musumeci annotava che il quadro delle alleanze «si compone e si scompone sotto le interferenze dei Palazzi romani».
Il caos, tanto che ieri è stato lo stesso Silvio Berlusconi a intervenire. Con una lunga telefonata a Musumeci, nella quale gli ha ribadito il sostegno del Pdl, ricordando come dalla Sicilia parta una campagna fino alle prossime Politiche. E con una durissima nota di Palazzo Grazioli che sa di avvertimento a Miccichè: «Gli uomini e le forze politiche che oggi si ritrovano insieme nell'importante sfida siciliana, lo saranno anche domani. Così non sarà invece con chi oggi ha inteso dividere l'area alternativa di centrosinistra».
Le divisioni ci sono anche dall'altra parte, col Pd alleato con l'Udc e schierato con l'eurodeputato Rosario Crocetta e il Sel che, a dispetto dell'alleanza nazionale, qui sostiene Claudio Fava. Non che si possa cercare la vittoria sulle disgrazie altrui, e infatti è su se stesso che Musumeci conta, convinto, come ha detto ieri al Giornale, di poter intercettare pure l'elettorato del centrosinistra: «Il voto disgiunto sarà applicato in maniera vasta come mai avvenuto in passato», ha ribadito ieri, prima di rivelare che «sono stato contattato da amministratori e dirigenti locali dell'Udc che non hanno accettato di buon grado la scelta» del loro partito di sostenere Crocetta.
«Purtroppo - dice Musumeci - veleni, veti incrociati e rancori hanno pregiudicato i rapporti personali».

Lui però non cercherà lo scontro: «Sarò garante di discontinuità», perché vincerà chi riuscirà a battere «due nemici: l'astensionismo e la rassegnazione». Quanto al «mio caro amico» Miccichè: «Nella “separazione” non c'entra il progetto sicilianista. Per questo gli rinnovo l'appello a incontrarci». E se no, avanti senza di lui.

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