Il silenzio assordante della sinistra su Silvio Berlusconi

Da quando Silvio Berlusconi è stato ricoverato al San Raffaele sono ben pochi i messaggi di solidarietà arrivati dal centrosinistra. Elly Schlein non pervenuta

Il silenzio assordante della sinistra su Silvio Berlusconi

Spesso il silenzio pesa più di mille parole. Silvio Berlusconi è in politica da, ormai, trent’anni. Odio e amore sono i due sentimenti contrastanti che ha sempre suscitato il leader di Forza Italia negli italiani, ma una tale indifferenza da parte dei suoi avversari politici non si era ancora vista.

Berlusconi è ricoverato dal 5 aprile in terapia intensiva al San Raffaele di Milano, ma, al di là di qualche sparuto messaggio di solidarietà arrivato dal Terzo Polo e da alcuni esponenti del Pd, il centrosinistra italiano è rimasto silente di fronte alla sofferenza che il leader di Forza Italia sta patendo. Non una parola di sostegno o di conforto è stata proferita da Elly Schlein. E, se la segretaria del principale partito d’opposizione non si è sprecato nell’augurare una pronta guarigione a Berlusconi, chiaramente non lo hanno fatto neppure i due leader dell’Alleanza Verdi-Sinistra Italiana, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. Un silenzio assordante che stride con il fair-play che, in alcune occasioni, era riuscita a mostrare la vecchia classe dirigente del Pd. Sono, infatti, ormai lontani i tempi in cui Pier Luigi Bersani andò a verificare di persona le condizioni di salute di Berlusconi quando, nel 2009, al termine di un comizio, fu colpito da una statuetta. Un episodio che lo stesso leader di Forza Italia aveva ricordato il 14 aprile 2020 durante un collegamento telefonico con Giovanni Floris: “Mi ricordo sempre di quando, dopo l’attentato che ebbi a subire in piazza Duomo a Milano, venne a trovarmi tenendomi la mano per mezz’ora. È davvero una persona perbene e generosa”.

Tale generosità non si è ancora manifestata da parte della Schlein che, forse, è troppo impegnata nelle trattative per la formazione della sua segreteria per degnarsi almeno di scrivere un tweet. L’ultimo cinguettio della neosegretaria del Pd risale, infatti, al 3 aprile ed era dedicato alla famiglia di Giulio Regeni che ancora lotta per sapere la verità sulla morte del giovane ricercatore friulano. Una causa giusta, ma portare avanti certe battaglie civili non esclude che la neosegretaria del Pd possa spendere un briciolo del suo tempo per rendere omaggio a un avversario politico che soffre eppure la sua ex coinquilina, Chiara Gribaudo, si è comportata diversamente. La deputata piemontese, recentemente eletta vicepresidente del partito, ieri mattina ha twittato: “Di fronte alla malattia le differenze politiche passano in secondo piano. A Silvio #Berlusconi auguro di vincere la battaglia più importante della sua vita. Sono vicina alla famiglia, ai suoi cari e alla sua comunità politica in questo momento di forte apprensione”. Francesco Boccia, capogruppo dei democratici in Senato, è stato più rapido e, nel corso del suo intervento in Aula, ha detto: "Approfitto dell'occasione per augurare una pronta guarigione al senatore Silvio Berlusconi". Un messaggio di vicinanza alla famiglia del Cavaliere è arrivato dall’ex capogruppo del Pd alla Camera, Debora Serracchiani, ma non così da chi ha preso il suo posto. La franceschiniana Chiara Braga, infatti, si è limitata a esprimere la sua solidarietà soltanto nei confronti della deputata di FdI, Rachele Silvestri. Anche dal presidente del Pd e governatore dell'Emilia, Stefano Bonaccini, forse troppo impegnato a contrattare i posti in segreteria, non si è sentita neppure una parola. Totalmente non pervenuti anche le 'nuove leve' come Marco Furfaro, Giuseppe Provenzano e Marco Sarracino. Insomma, la nuova dirigenza del Pd si sarebbe potuta degnare di diramare almeno un comunicato, ma non lo ha fatto pensando, forse, che sarebbero bastati gli applausi in Senato.

Giuseppe Conte, invece, è intervenuto solo dopo essere stato pungolato dalle telecamere di Agorà. Decisamente troppo poco per un politico che si vanta di una formazione politica di stampo cattolico-democratica. Ma non solo.

Nessun altro esponente del M5S targato Conte ha speso una sola parola in sostegno di Berlusconi eppure i tempi in cui i grillini lo chiamavano 'Caimano' sembravano finiti da alcuni anni. Evidentemente, pur essendo finiti gli insulti, il fair-play rimane un perfetto sconosciuto in casa dei Cinquestelle...

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