Mi chiedono perché il sottoscritto abbia smesso di dedicare articoli alla sinistra. La risposta è che non sono di sinistra e mi pareva ripugnante bastonare il cane che affoga. Non intendevo trasformarmi in seguace canuto di Mao Tse Tung, che oggi si scrive Mao Zedong, ma la cosa non migliora la sostanza criminale del personaggio. Mi sto riferendo a una delle frasi del Libretto Rosso. Ce n'era una esaltata come geniale dai compagni che spaccavano le teste a chi negli anni '70 provava ad opporsi ai loro soprusi. Essa diceva: «Bastonare il cane che affoga». L'immagine è disgustosa in sé. Chi non cercherebbe di agire invece come fanno proprio i cani con un bambino? Non migliora se si legge quel «pensiero» come metafora, traducendola in una idea della lotta politica per cui l'avversario è una bestia cui non riconoscere alcun diritto alla vita.
Per molti anni le avanguardie comuniste hanno applicato questa filosofia alla lettera. Ricordate l'assassinio di Sergio Ramelli? Il ragazzo di destra era caduto a terra insanguinato sotto i colpi delle chiavi inglesi fuori del suo condominio. Che fare? Soccorrerlo? Ma no, obbedire a Mao, insistere. Adesso gli assassinii per strada, con annesso volantino di rivendicazione a cinque punte non sono più di moda, però «i compagni che sbagliano» sono africani e asiatici che colpiscono persone inermi armati di piccone, o più spesso di coltello che dà meno nell'occhio. E se un carabiniere per difendere gente minacciata è costretto ad agire contro il pericolo mortale, e il criminale ci resta secco, è accusato di omicidio, a sinistra non lo difende nessuno. Non esiste il diritto a fare il proprio dovere, ma anzi il diritto degli islamici di non fermarsi ai posti di blocco. Come se un poliziotto o un militare avesse come primo pensiero, svegliandosi al mattino, di far fuori un nordafricano, e dunque costui sia autorizzato a scappare se le forze dell'ordine alzano la paletta dello stop. Da due anni e mezzo a questa parte, dopo la schiacciante vittoria del centrodestra guidato da Giorgia Meloni, lo schema della sinistra è diventato quello di
vietare l'accesso al recinto della democrazia a chi non superi il loro esame di antifascismo; ma visto che comunque in quel recinto sono entrati vittoriosi e sospinti dai voti, bisogna trovare il modo di scacciarli. Escludere la destra, includere tutti ma proprio tutti i clandestini. Come? Ne inventano una al giorno. Il risultato: agitandosi va sempre più sott'acqua. Per fortuna è cambiato il clima, l'unico cambiamento climatico causato dall'uomo sta affogando la sinistra. In precedenza esisteva sì una maggioranza silenziosa, ma essa era schiacciata e in fondo sottomessa. Ci si accontentava di impedire il sorpasso elettorale del Pci. Questo negli anni '70 e '80. E chi come il mio amico Walter Tobagi, cattolico e socialista, provò a organizzare al Corriere della Sera l'alternativa al soviet di via Solferino, fu freddato in un agguato fuori casa. In seguito ci si misero la magistratura e il Quirinale a intimidire il centrodestra pur maggioritario. Lasciando le leve del potere tutte o quasi alla mano sinistra. In due tempi la scena è mutata. Dapprima appunto con la vittoria del 2022 di Meloni & C. Dopo due anni è cominciato il secondo tempo. Per un po' l'Italia e l'Europa avevano subito ancora la fascinazione dell'ideologia che la sinistra ha provato ripetutamente ad aggiornare per restare se stessa, ma è riuscita soltanto a generare progressiva repulsione in qualunque casa, bar, ufficio, officina, ascensore, treno d'Italia. Salvo nei loculi ancora occupati da una élite allo sbando, prima di tutto mentale: quella degli intellettuali progressisti coi loro politici di sciagurato riferimento, oltre che dei loro lacchè mediatici. Poi in America è tornato Trump, con i nostri giornali che erano sicuri del contrario. Ed è successo che l'intero pianeta, oltre che la Penisola, ha ufficializzato il fatto che la signora sta reggendo in modo eccezionale il timone della barca italica, riscuotendo la fiducia di chi ci sta sopra e del mondo intorno. La sinistra ha provato con svariati atti di pirateria a ribaltare il naviglio. Si sono dati da fare anche alcuni commando di toghe rosse. Il risultato è stato di causare un'ondata di simpatia ulteriore tra chi non ama vedere i suoi quartieri invasi da migranti, per lo più musulmani. I capataz politici e mediatici della sinistra
hanno sperato sotto sotto persino che Giorgia non riuscisse a salvare la giornalista Sala presa come ostaggio dagli ayatollah: hanno calunniato (Giorgia non Cecilia) come incapace. Per un istante, a successo avvenuto, hanno ammesso: Meloni è stata bravina. Dopo un'ora, contrordine compagni: Trump e Musk sono canaglie, e lei è come loro. Giorgia è andata in Florida non per salvare la sprovveduta ragazza grazie a Donald e al miliardario geniale ma per mettere a punto la congiura e diventare con loro la padrona del mondo. E in televisione rimandano in onda le pistolate sull'attualità del pericolo fascista. La sinistra insomma è identica a quel cane che affoga e che Mao consigliava di bastonare. Infatti si bastona da sola. Giuro che avrei quasi la tentazione di afferrarle una zampa, di tirarla a riva, ed evitando accuratamente la respirazione bocca a bocca di Elly Schlein o di Carlo Calenda, tanto per far due nomi, passar loro un bicchierino di whisky. Il fatto è che la sinistra non è dotata della splendida intelligenza canina, e morde chiunque provi a darle una mano per sopravvivere e magari recuperare un senso della propria esistenza. Niente. Ci sono alcuni pensatori provenienti e forse nostalgici dei loro errori di gioventù, che non si rassegnano. Un paio di nomi? Ce li ho in mente, ma non li faccio. Se li elogiassi li trasformerei in bersagli delle dentiere allupate di Repubblica, La Stampa e di certi anfratti televisivi. Sono coloro che hanno finalmente riconosciuto come rispettabili e persino sacrosanti i capisaldi ideali della gente comune e perbene.
Che si è accorta della truffa del green, dell'assurdità di una accoglienza di massa dei clandestini. Ma la sinistra insiste nel rotolarsi nella maionese rancida del globalismo, dell'immigrazionismo, dell'antifascismo. E annega. Da sola.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.