A sinistra è vietato applaudire la Meloni

"Non mi perdonano di aver aperto le braccia a Giorgia Meloni”. Don Patriciello ha confermato quanto sia difficile, per la sinistra, dare dei meriti al premier. Esemplare il caso Zaki

A sinistra è vietato applaudire la Meloni
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“Ora mi tocca ricevere le telefonate indispettite dei miei amici di sinistra. Non mi perdonano di aver aperto le braccia a Giorgia Meloni. Così don Maurizio Patriciello, il parroco anticamorra del parco verde di Caivano, intervistato dal Corriere della Sera, commenta la visita di ieri del presidente del Consiglio.

La Meloni è “venuta preparata” e ha detto proprio ciò che il parroco voleva sentire. “Stavo per salutarla con un applauso. Poi mi sono trattenuto”, ha aggiunto don Maurizio Patriciello, forse temendo di perdere i suoi amici di sinistra. D’altronde è risaputo che i sostenitori del centrosinistra italiano, prima di complimentarsi col premier sarebbe disposti a tagliarsi la lingua o a rompere una qualsiasi amicizia con chi fraternizza col “nemico”. Il prete, infatti, sembra quasi si senta costretto a puntualizzare: “Sarò il primo a fischiare se la Meloni non manterrà le promesse", proprio per non inimicarsi una parte politica. L’ingratitudine è un sentimento tipico delle opposizioni che si vide con chiarezza lampante persino quando Patrick Zacki fu liberato grazie al provvidenziale lavoro svolto della Farnesina. In quell’occasione, il silenzio di Elly Schlein fu particolarmente assordante e lo studente egiziano si guardò bene dall’accettare di tornare in Italia con un volo di Stato. Forse, non voleva correre il rischio di doversi far fotografare accanto a Giorgia Meloni che una parte della sinistra più movimentista chiama sempre con termini dispregiativi come la “ducetta” o, peggio ancora, “la pesciarola della Garbatella”. E, forse, è anche per questo che Zacki ha preferito festeggiare nella “sua Bologna” in compagnia del sindaco Lepore e di una folla di studenti e amici che vedono nella Meloni l’incarnazione di un temutissimo ritorno al fascismo.

Basti ricordare le critiche se sia l’ex premier Enrico Letta sia il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ricevettero (ovviamente da sinistra) quando osarono dire che la Meloni stava governando meglio del previsto e che lo spauracchio del fascismo era del tutto infondato. Ma anche sul tema dei migranti la sinistra si contraddice perché sarà pure legittimo fare un’opposizione dura come vuol fare la Schlein, ma è innegabile che la Meloni sia riuscita a far cambiare atteggiamento al gotha dell’Unione Europa. È un fatto alquanto significativo che gli accordi tra l’Italia e la Tunisia siano stati siglati alla presenza della commissaria europea Ursula Von Der Leyen e dell’ex premier olandese Mark Rutte, uno che non è mai stato tenero con l’Italia.

Anche la Conferenza di Roma sull’immigrazione, che ha visto la partecipazione di numerosi Capi di Stato e di governo africani, è stata criticata dalle opposizioni, sebbene sia stata benedetta dall’Ue con la presenza della Von Der Leyen. Eppure, secondo la sinistra, Meloni è la premier che non viene ascoltata in Europa…

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