Nessuno scrupolo, nessun tentennamento. "Sono iscritto al Partito Democratico". Il che rientra nella libertà delle idee politiche di ogni libero cittadino. Peccato che a fare la candida confessione sia stato un membro del governo: Claudio De Vincenti, sottosegretario allo Sviluppo economico.
Ospite della trasmissione di Radio2 "Un giorno da pecora", il componente dell'esecutivo dei prof si è lasciato andare ad ammissioni di militanza. "Sono stato iscritto al Partito Comunista Italiano, nel 1972. Poi sono passato al Pds, poi ai Ds e poi al Pd, a cui sono iscritto e che voto", rivela il sottosegretario.
Alla domanda dei conduttori Sabelli Fioretti e Lauro che gli hanno chiesto se fosse dunque comunista, De Vincenti ha fornito la sua spiegazione: "No, perché il Pd non è comunista", aggiungendo che il partito di Bersani "è una cosa molto interessante, perché riesce a mettere insieme molte storie diverse".
E a proposito di Bersani, De Vincenti, in qualità di iscritto al partito parteciperà alle primarie. Chi voterà? "Chiaramente voterei Bersani", anche se "non ha molto senso che un sottosegretario si esprima su preferenze di questo tipo".
Insomma, più volte il Pdl aveva chiesto che il governo Monti annoverasse al suo interno soltanto tecnici e non politici. Una richiesta che è stata esaudita a parole, ma non nei fatti.
L'ammissione di De Vincenti ha destato polemiche. "Il presidente Monti ha costruito molta della sua presunta credibilità sull’assunto di terzietà del proprio esecutivo, già venuto meno in innumerevoli occasioni.
Ora gli chiedo se ancora intende propinarci la storiella del governo tecnico o se piuttosto non comprende che - agli occhi del Pdl - molte scelte determinanti (...) sono figlie di impostazioni ideali, culturali e di tifoserie favorevoli ad una parte e contro un’altra", ha dichiarato il vice presidente vicario del gruppo Pdl alla Camera, Massimo Corsaro.
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