Dopo la retromarcia del premier Matteo Renzi sui tagli alla Sanità per le proteste di Beatrice Lorenzin, c'è un altro ministro che minaccia di dar battaglia al decreto legge sulla spending review, che toglierebbe 30 milioni subito e 45 milioni dal 2015 in poi al Fondo di finanziamento ordinario per le università italiane. Stefania Giannini assicura che "non sono tagli, ma solo accantonamenti necessari per motivi di contabilità". Tuttavia, promette che farà "di tutto per non applicarli".
Dopo le polemiche che hanno letteralmente coperto un Renzi ancora gongolante per aver mantenuto la promessa dei "mitici 80 euro", il ministro dell'Istruzione cerca di attutire il colpo rilasciando un'intervista a Repubblica. "Per ragioni di copertura finanziaria abbiamo dovuto mettere quella voce a bilancio - spiega la Giannini - ma siamo al lavoro per trovare all'interno del nostro Ministero il risparmio che ci consentirà di non toccare il Fondo ordinario. Siamo a buon punto". Per riuscire a garantire il bonus promesso, Il Tesoro ha dovuto far satar fuori dieci miliardi di euro. "A tutti i ministeri sono stati chiesti sacrifici - continua il ministro - Renzi ha ribadito che da una parte dobbiamo trovare i soldi per le coperture, ma che dall'altra ci spettano soldi per gli investimenti. Faremo tutto in sintonia con il ministero dell'Economia".
Nonostante l'ottimismo della Giannini, la bozza del dl Irpef finito in mano ai rettori della Conferenza delle università parla in maniera esplicita di un vero e proprio taglio di 30 milioni di euro al Fondo di finanziamento ordinario delle università per il 2014 e di 45 milioni di euro per ogni anno a partire dall'anno prossimo. Non solo.
La spending review propone una "razionalizzazione della spesa" attraverso una riduzione del Fondo ordinario per gli enti di ricerca, a eccezione dell'Invalsi. In questo caso, però, l'ammontare della "razionalizzazione" non è stata quantificata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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