Spiò il Papa ma fu perdonato. Ora denuncia: mi mobbizzano

A Paolo Gabriele sarebbe stata tolta ogni mansione. La paga è bassa e lui è depresso. Ma il Vaticano replica: "Trattato con generosità"

Paolo Gabriele, ex maggiordomo del Papa
Paolo Gabriele, ex maggiordomo del Papa

Roma - Processato, condannato, poi graziato da Benedetto XVI, assunto da una cooperativa di servizi presso l'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, ma ora «depresso e in uno stato psicologico di forte ansia». È la nuova vita di Paolo Gabriele, l'ex maggiordomo di Joseph Ratzinger, responsabile di aver trafugato documenti riservatissimi del Papa tedesco e aver dato avvio allo scandalo «Vatileaks».

Dopo il clamore dell'arresto, la vita di Gabriele è stata praticamente sotto traccia. «Svolge il suo incarico regolarmente - raccontano alcuni suoi colleghi - parla poco, è molto discreto e riservato».
«Paoletto», come veniva chiamato in Vaticano, è stato assegnato a una cooperativa di servizi presso l'Ospedale Bambino Gesù, negli uffici amministrativi di San Paolo Fuori le Mura. «Non ha incarichi di responsabilità - riferiscono al Giornale fonti vaticane - ma lavora a tempo pieno in progetti formativi del personale». Dopo il trambusto mediatico provocato da Vatileaks, quando l'ex maggiordomo del Papa era finito sotto i riflettori della stampa di tutto il mondo, il sipario sulla vita di Gabriele era calato. Ma non per questo oggi, è tornata alla normalità.

Gabriele, dopo essere stato condanno per furto aggravato dal tribunale vaticano, è stato graziato da Benedetto XVI a Natale 2012. L'11 febbraio del 2013, per l'ex maggiordomo sembrava iniziare una nuova vita, grazie all'assunzione nella cooperativa che opera al Bambino Gesù. Da allora Gabriele ha fatto calare l'attenzione su di sè, conducendo una vita riservata e rifiutando anche numerose proposte finanziariamente allettanti e giunte da tutto il mondo per interviste, libri e film che ricostruissero la «sua» verità su una vicenda che ha scosso i Sacri Palazzi. Con il nuovo incarico, però, le cose non sono andate come sperava. A Gabriele sono stati affidati incarichi di basso profilo e che escludevano il contatto con il pubblico. L'uomo si è trovato di fatto privo di qualunque mansione, relegato in una stanza semi vuota senza fare praticamente nulla. La situazione l'ha gettato in uno stato psicologico di forte ansia e depressione, tanto che il suo medico personale continua a prescrivergli congedi per malattia che si protraggono oramai da mesi.

Come se non bastasse, l'ex maggiordomo del Papa ha dovuto rinunciare all'alloggio all'interno delle Mura vaticane; abitazione di lusso dove viveva insieme alla sua famiglia. In compenso, però, il Vaticano gli ha concesso un'abitazione in affitto a prezzi modesti, ma molto lontano dalla scuola dei figli. Il «pacchetto» proposto dal Vaticano per l'ex maggiordomo infedele prevede 1.400 euro di stipendio con cui pagare anche la locazione. Una cifra non sufficiente probabilmente alla vita a cui era abituato Paolo Gabriele prima del «tradimento», quando di sicuro il suo stipendio era molto più alto.

Ma non c'è solo la questione economica a pesare sul suo stato psicologico. Soprattutto, secondo l'ex maggiordomo non sarebbero queste le disposizioni lasciate da Ratzinger prima della rinuncia.

Disposizioni che Benedetto XVI avrebbe deciso tenendo a cuore in particolare la stabilità e il futuro dei figli di Gabriele. E ora il rischio è che il contratto con la cooperativa che opera presso il Bambino Gesù potrebbe chiudersi. Fatto che determinerebbe la definitiva uscita di scena dell'ex maggiordomo.

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