Sta male e il treno non si ferma: muore d'infarto sul Frecciarossa

MilanoFiato corto, il male al petto e un uomo di 56 anni, si accascia sulla sua valigia tra i sedili del Frecciarossa Torino-Milano, stroncato da un infarto. In condizioni gravissime, benché assistito da alcuni medici presenti in carrozza e dagli altri passeggeri, è stato soccorso quaranta minuti più tardi, quando il treno ha arrestato la sua corsa alla stazione Rho-Fiera, dove, trasbordato a bordo di un'ambulanza, è deceduto ancor prima di arrivare in ospedale. La vicenda ha scatenato accese polemiche tra i passeggeri del treno ad alta velocità, increduli per l'impossibilità di fermare il Frecciarossa sulla linea e sgomenti per la mancanza di un defibrillatore a bordo. I fatti risalgono a giovedì scorso quando, secondo le testimonianze di chi era sul convoglio, M.G., dopo essere salito all'ultimo secondo sul Frecciarossa in partenza dalla Stazione Torino Porta Susa, si è sentito male ancor prima di raggiungere il suo posto. L'uomo, colto da infarto, è stato soccorso dal capotreno, edassistito da numerosi passeggeri, tra cui alcuni medici, in attesa di arrivare in una stazione ed essere soccorso dal 118. Rfi, gestore della linea alta velocità, ha predisposto una fermata di emergenza alla Stazione di Rho-Fiera, distante quaranta minuti circa da quella di Torino. Sul web, a distanza di due giorni, impazzano i commenti di utenti e passeggeri, tutti arrabbiati e spaventati dall'ideadi poter «morire sul treno, senza poter far nulla, come in aereo». Si sarebbero aspettati un arresto immediato del Frecciarossa o, al limite, un dirottamento verso la più vicina Stazione di Novara. «Il treno non si può bloccare in mezzo al nulla, dove non sarebbe nemmeno possibile far confluire i veicoli deputati al soccorso – dichiara Federico Fabretti, direttore generale Media Ferrovie –, il Frecciarossa, su indicazione di Rfi, è stato dirottato su Rho nel rispetto delle disposizioni da seguire in caso di emergenza. Deviare il treno sulla linea non ad alta velocità, in direzione Novara, avrebbe significato un ulteriore ritardo per i soccorsi».
I passeggeri parlano di «quaranta minuti di agonia», mentre le Ferrovie dello Stato,avrebbero avuto, come registrato in centrale, la segnalazione per la richiesta di emergenza alle 17.03, e l'arrivo del Frecciarossa a Rho è stato alle 17.22 «I piani di emergenza per l'alta velocità fanno riferimento alle stazioni attrezzate più idonee o a punti mobili, che differiscono tra loro sul territorio nazionale – prosegue Fabretti – nel momento in cui il capotreno è stato avvisato, la comunicazione è passata alla centrale operativa Rfi, la quale ha indicato Rho come destinazione più rapida e funzionale per prestare soccorso all'infartuato». I passeggeri, inoltre, sono stupiti della mancanza di un defibrillatore sui treni. «Sul TGV c'è, ci sono indicazioni per raggiungerlo in ogni vagone», commenta un internauta.

«La normativa vigente non lo prevede – si giustifica Fabretti –, in questi drammatici casi, bisogna evitare qualsiasi iniziativa personale, rivolgersi al capotreno ed attendersi alle sue disposizioni. Tutti i capitreno sono addestrati al primo soccorso, ma ripeto, la legge non prevede la presenza di strumenti medici o defibrillatori sui vagoni, ad eccezione della cassetta del Pronto soccorso».

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