Staminali: il decreto Balduzzi spaventa gli scienziati e scontenta i malati

Il decreto -approvato ieri dall'aula del Senato e che ora passerà alla Camera - è troppo rigido per i pazienti e preoccupa il mondo scientifico per l'apertura di credito a terapie di efficacia non provata

Staminali: il decreto Balduzzi spaventa gli scienziati e scontenta i malati

Il decreto Balduzzi sulle cure con staminali è troppo severo per i malati e le loro famiglie e al contrario troppo azzardato per la comunità scientifica internazionale. Il provvedimento firmato dal ministro della Salute, Renato Balduzzi, sulle terapie con staminali non sperimentate è stato approvato ieri dall'aula di Palazzo Madama con alcune modifiche rispetto al testo stilato dal governo e ora passerà all'esame della Camera. Il ministro afferma che è stato trovato un giusto punto di equilibrio «tra le ragioni del cuore e della coscienza e quelle della scienza». Ma invece, almeno a giudicare dalle reazioni, è stato raggiunto il risultato esattamente opposto. Il decreto infatti finisce per scontentare i malati ed i loro familiari che vorrebbero una libertà di cura assoluta e garantita e invece spaventa il mondo scientifico per quella che appare come una apertura di credito a cure la cui efficacia non è mai stata provata e che dunque potrebbero anche essere nocive per chi le riceve.

Il cosiddetto metodo Stamina è stato bloccato dall'Agenzia italiana per il farmaco proprio perchè non sperimentato ed i medici che lo hanno messo a punto sono finiti sotto inchiesta da parte del pm torinese Raffaele Guariniello per truffa. Una situazione sbloccata a colpi di sentenze emesse in seguito ai ricorsi dei genitori di alcuni piccoli pazienti rimasti senza le cure. Terapie di non provata efficiacia ma nelle quali le famiglie ripongono tutte le loro speranze, visto che si tratta in tutti i casi di malattie degenerative gravissime per le quali non esiste ancora alcuna terapia ufficiale.
Il decreto prima di tutto autorizza i pazienti che sono già in trattamento con il metodo Stamina a proseguire le cure presso gli Ospedali civili di Brescia che dovranno essere strettamente monitorate nelle loro fasi dalle autorità sanitarie. Non solo. Potranno accedere alle cure anche altri pazienti ma soltanto in strutture pubbliche e per un periodo limitato di 18 mesi nel rispetto delle regole delle sperimentazioni e secondo i protocolli di legge. A vigilare sulla corretta applicazione delle procedure anche per quanto riguarda la preparazione dei medicinali saranno sia l'Istituto Superiore di Sanità sia il Centro nazionale Trapianti. Infine, tiene a specificare il ministro della Salute, proprio per escludere «qualsiasi possibilità di intenti speculativi il testo prevede che la metodologia utilizzata non possa servire per ottenere un'autorizzazione alla immissione in commercio».

Cautela da parte del ministro che non è bastata a salvarlo dalla ferma condanna della massima autorità mondiale in materia di staminali: il premio Nobel per la Medicina Shinya Yamanaka, presidente dell'International Society for Stem Cell Research, che si è detto fortemente preoccupato per la decisione del ministro Balduzzi di «autorizzare la somministrazione di cellule staminali mesenchimali a pazienti con patologie neurologiche». Il premio Nobel osserva che non esiste letteratura scientifica in proposito. Non è dimostrato che le cellule staminali mesenchimali siano in grado di migliorare le condizioni neurologiche. Yamanaka insiste sulla necessità di prendere le decisioni sulle terapie sempre all' interno di un trial clinico controllato. Insomma niente sperimentazione niente terapia. Balduzzi si difende e spiega che il decreto non autorizza terapie con le staminali ma prevede semplicemente una fase sperimentale con rigidi paletti: i 18 mesi, nelle strutture pubbliche e con il controllo delle autorità sanitarie.

Intanto però davanti a i familiari dei piccoli malati si è spalancata la porta della speranza con il via libera del ministero all'infusione di staminali e ora chiedono di più. Molti di loro sono arrivati oggi a Roma al Pantheon per manifestare e chiedere libertà di cura per tutti e subito. In piazza pure l'attrice Gina Lollobrigida che ha promesso di mettere all'asta alcuni dei suoi gioielli più preziosi per donare il ricavato alla ricerca.
E' chiaro qual è il timore del mondo scientifico. Si rischia di creare false speranze nell'opinione pubblica che potrebbe spingere e condizionare le scelte della politica senza tenere conto delle ragioni della medicina, arrivando a somministrare cure costosissime ma non efficaci a carico del servizio sanitario nazionale, distraendo così fondi preziosi da destinare invece a terapie sicure.

Una buona notizia sul fronte staminali però arriva proprio dal mondo scientifico.

Gianni Pezzoli direttore del Centro Parkinson di Milano annuncia che proprio qui è partita la prima sperimentazione di una terapia a base di staminali per combattere la paralisi sopranucleare progressiva, una delle forme più gravi del Parkinson. A sostenere economicamente la sperimentazione è la Fondazione Grigioni.

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