Stop a intercettazioni a strascico e irrilevanti: svolta garantista, cosa cambia

Basta alle cosidette intercettazioni a strascico e stop alla trascrizione di quelle ritenute irrilevanti ai fini dell'indagine in corso. Ora il pm dovrà dire quanto ha speso per intercettare

Stop a intercettazioni a strascico e irrilevanti: svolta garantista, cosa cambia
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Stop alle intercettazioni "a strascico" (con eccezioni per i reati gravi) e alla trascrizione nei brogliacci di quelle considerate irrilevanti. E più trasparenza: ora il pm dovrà indicare per iscritto quanto ha speso per ogni intercettazione. Buone nuove sul fronte del garantismo grazie a tre emendamenti al decreto Omnibus approvati in Commissioni Giustizia e Affari Costituzionali alla Camera. Le modifiche portano la prima firma di Tommaso Calderone (Forza Italia) con il sostegno del deputato di Azione Enrico Costa. Strenua invece la contrarietà dei Cinque Stelle.

Intercettazioni, cosa cambia

Come spiegato ai cronisti dal presidente dei deputati di FI, Paolo Barelli, un emendamento tratta in particolare la necessità di espungere dai fascicoli tutte quelle intercettazioni che il pm stesso non ritiene interessanti ai fini del procedimento. Il compito di selezionare gli ascolti rilevanti sarà affidato al personale di polizia giudiziaria. Il secondo emendamento impedisce invece l'utilizzo della trascrizione dell'intercettazione per reati che possono essere qualificati come tali, ma non propri dell'indagine specifica oggetto delle intercettazioni. L'obiettivo di tale modifica è per l'appunto quella di evitare le cosiddette intercettazioni "a strascico", che saranno limitate e concesse per indagini su reati gravi come quelli di mafia e terrorismo, per i quali è previsto l'arresto in flagranza obbligatorio.

Il terzo emendamento avanzato la Forza Italia lo ha spiegato il capogruppo azzurro in Commissione Affari Costituzionali, Pietro Pittalis. "Normalmente si verifica che il giudice, su richiesta del Pm, autorizza l'intercettazione. Noi vorremmo che il provvedimento fosse adeguatamente motivato e che si indichino le ragioni concrete e di necessità che legittimino l'autorizzazione ad intercettare". Questo, ha aggiunto il deputato, "è un ulteriore passo garantista al quale FI ha dato il suo fortissimo contributo". Per il momento non è stato previsto un intervento sulle intercettazioni con uso di Trojan, tema che sarà probabilmente oggetto di una futura trattazione da parte del ministero della giustizia.

Il pm dovrà indicare quanto spende

"C'è una presa di posizione precisa del ministro della giustizia Nordio di presentare a breve una proposta che rielabora l'utilizzo delle intercettazioni e dei mezzi di captazione in maniera adeguata. Su questo, come partito di maggioranza abbiamo aderito alla richiesta di espungere altri emendamenti che potessero intralciare o non essere promotori di una riforma più complessa che Nordio ha annunciato di voler presentare in Parlamento”, ha spiegato al riguardo il forzista Paolo Barelli. Accolto anche un emendamento presentato da Enrico Costa (Azione) che impone ai pubblici ministeri di depositare agli atti dell'inchiesta il riepilogo delle spese sostenute per le intercettazioni telefoniche, ambientali o con il trojan disposte durante le indagini. "Nel 2023 il costo delle intercettazioni ammonterà a 213 milioni di euro. Un'enormità. Oltre 120 mila bersagli intercettati all'anno. Ogni intercettato ha in media tra telefonate e messaggi 26 contatti al giorno. E le captazioni durano in media 50 giorni. Il conto è presto fatto: oltre 150 milioni di conversazioni intercettate ogni anno", ha spiegato il deputato, motivando l'emendamento.

Le critiche dei 5s

A stracciarsi le vesti per l'approvazione dei suddetti emendamenti sono stati però i Cinque Stelle. "Impedendo le intercettazioni cosiddette a strascico, ad eccezione del caso di reati per i quali sia previsto l'arresto in flagranza obbligatorio, il governo getta ancora una volta la maschera mostrando il suo programma in materia di Giustizia: garantire impunità per i reati contro la PA, quelli dei colletti bianchi", hanno attaccato i grillini. Accuse alle quali ha replicato il forzista Barelli. "Il M5S la racconta come crede. Non abbiamo parlato di fattispecie specifiche. Noi riteniamo che le indagini accompagnate dalle intercettazioni debbano essere in modo specifico richieste su fattori specifici. Non vogliamo che al cittadino possa essere tolta la sua privacy. L'uso indistinto delle intercettazioni non è ammissibile", ha dichiarato il deputato berlusconiano.

E infine: "Nelle fattispecie a cui il M5S fa riferimento significa che il Pm o l'ufficiale giudiziario che sta conducendo le indagini, registrando un'ipotesi di reato, chiederà al magistrato o al Gip di poter effettuare indagini anche con l'uso, se motivato adeguatamente, delle intercettazioni su una fattispecie nuova di reato. Non vogliamo abbassare la guardia su nessuna fattispecie di reato, vi assicuro".

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