Straripa il fiume Idice: il viceministro Bignami sul posto aiuta a liberare la strada dai detriti

Il viceministro Bignami in Emilia durante l'allerta meteo si unisce ai volontari per liberare la strada dopo lo straripamento

Straripa il fiume Idice: il viceministro Bignami sul posto aiuta a liberare la strada dai detriti
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La furia degli elementi si è accanita nuovamente accanita sul centro Italia, a distanza di alcuni mesi dalla tragedia di settembre nelle Marche. In momenti come questi, l'essere umano si rende conto di quanto poco valga la sua presenza su questa Terra davanti alla forza della natura. L'acqua infuria, piove e riempie i fiumi, che ruggiscono, riempiti e alimentati come non accadeva da mesi. Ricolmi di acqua e di detriti ululano impetuosi nei tratti che si incuneano tra le case, nei centri abitati, trasformandosi in una minaccia.

Nel pomeriggio di oggi, in Emilia Romagna, 10 fiumi su 12 avevano superato il livello 3 di allarme: Idice, Samoggia, Savio, Marzeno, Voltre, Marecchia, Pisciatello, Ausa, Uso e Montone sono monitorato. Il fiume Idice è tra quelli che non è riuscito a rimanere dentro gli argini, che ha straripato e invaso tutto ciò che trovava attorno. Grazie alle allerte tempestive e alle precauzioni adottate, per il momento si è scongiurato il peggio. Ma non è finita: l'uomo non può controllare l'acqua quando questa si presenta in tutta la sua forza e impeto. È piccolo, quasi impotente, se agisce da solo. Ma se si unisce in gruppo sa essere invincibile. O quasi.

Ed è proprio quando l'uomo si sente minacciato, quando ha paura, che emerge la sua indole comunitaria, anche se non tutti gli uomini sono capaci allo stesso modo di gesti concreti per gli altri. La paura, spesso il rapporto costo/beneficio, fanno desistere molti dallo sporcarsi le mani per il prossimo, per fornire il proprio aiuto concreto alla comunità. Il viceministro Galeazzo Bignami, oggi, si è rimboccato le maniche, non solo in senso figurato. In queste ore, il viceministro si trova in Emilia Romagna e a Monterenzio non ha esitato a entrare nel fango per liberare la strada, invasa dal fiume, dai detriti trasportati dall'acqua straripata.

Ha fatto quello che dovrebbe essere sempre il compito di un uomo dello Stato, ossia porsi al servizio dei cittadini in ogni circostanza che lo renda necessario.

Non ha fatto nulla di straordinario Galeazzo Bignami, che probabilmente ha agito d'istinto, per quell'istinto comunitario innato nell'uomo, assecondando lo slancio di un gesto volontario. Impossibile dire se chiunque altro si sarebbe comportato così, probabilmente sì. Ma in quel momento c'era lui e ha fatto quanto gli è venuto naturale. Perché l'uomo vince solo se sa unirsi agli altri uomini.

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