È stata già rimossa la targa firmata "i camerati" che era stata affissa abusivamente a Roma vicino alla vecchia sede del Msi di Acca Larentia, luogo dove nel 1978 furono uccisi a colpi di pistola due militanti del Fronte della Gioventù: Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, mentre Stefano Recchioni morì qualche ora dopo durante gli scontri con le forze dell’ordine.
La targa affissa è dedicata proprio a quest'ultimo e recita così: "1958-1978. Stefano Recchioni. Chi si è sacrificato nei valori eterni della tradizione è esempio immortale nella rivoluzione". Enzo Foschi, segretario del Pd Roma, uno dei primi a indignarsi insieme all'Anpi, ha reso noto sui social che l'ufficio decoro del comune di Roma ha già rimosso la suddetta targa e ha aggiunto: "Chi usa la tragedia dei morti di ieri strumentalmente per propagandare nel presente le follie del fascismo di oggi ne infanga la memoria e non merita alcun rispetto". Poche ore prima Foschi si era rivolto anche al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi per "vietare lo scempio dei saluti romani ad Acca Larentia", visto che il 7 gennaio prossimo si terrà la ricorrenza del tragico evento.
"La città di Roma non merita quelle grida sguaiate, quei saluti romani che il 7 gennaio ci diranno ancora un volta che questo governo, che vuol reprimere il dissenso con il decreto sicurezza, strizza l'occhio ai nostalgici del ventennio", gli fa eco Sandro Ruotolo, europarlamentare e responsabile memoria nella segreteria del Pd. Che, poi, aggiunge: "E non c'è nulla da meravigliarsi se il presidente del Senato, apostrofato in aula 'cameratà, non abbia avuto nulla da ridire". L'Anpi, invece, si è unita alla richiesta formulata dallo stessto Ruotolo al ministro Piantedosi "di vietare il raduno fascista di Acca Larentia e mettere fuori legge le organizzazioni fasciste".
La presidenza dell'Anpi provinciale di Roma ha invitato "tutti e tutte le antifasciste" e tutte le associazioni, i partiti e i sindacati "a vigilare e presidiare il quartiere, affinché in questo inizio 2025, anno del giubileo di pace e di lotta per il disarmo prevalga il senso di responsabilità e di rispetto della Costituzione a partire dalle Istituzioni che sono legittimate solo dal suo dettato e a cui hanno prestato giuramento solenne", si legge nella lunga nota diffusa dalla presidenza dell'Anpi provinciale di Roma.
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