C'è tanto lavoro da fare per il ministro per le Riforme istituzionali Elisabetta Alberti Casellati: come programmato dal governo, ben 2.535 Regi decreti adottati nel primo decennio dell'unità d'Italia devo essere abrogati.
Parola d'ordine: semplificare
Il 17 marzo, il Consiglio dei ministri ha provveduto ad approvare un ddl che punta all'abrogazione di una parte delle misure. Si tratta perlopiù di atti normativi risalenti al lontano periodo 1861-1870. Più avanti, entro questa estate, un altro provvedimento dovrebbe annullarne altri 20mila.
Si lavora alacremente, dunque, al dipartimento delle Riforme istituzionali e della semplificazione. In realtà l'opera di sfoltitura va avanti da tempo. Si parte dal 2005, con il governo Berlusconi. Ci sono poi stati due decreti legge nel 2008 e altri due decreti legislativi nel 2009 e nel 2010. Semplificare è la parola d'ordine.
Ci sono normative davvero molto vecchie, obsolete e non più attuali. Norme che non hanno più nulla a che fare con la nostra società.
Dal collegio delle fanciulle a Milano alle tasse su vino e aceto
Di esempi di Regi decreti ormai anacronistici ce ne sono parecchi, e ad elencarli viene pure da sorridere. C'è l'autorizzazione ai Comuni a riscuotere per un triennio i diritti di gabella, e la retta che le alunne devono pagare per essere accolte nel collegio delle fanciulle a Milano.
Nell'elenco anche alcune tasse a favore di città e Comuni sul vino e aceto, sul mosto, sull'uva, sugli spiriti e liquori, sull'olio, sulle olive e sui salumi. Non mancano poi le autorizzazioni a città e Comuni a imporre una imposta sui cani e molti altri regolamenti, fra cui anche l'approvazione di una serie di società.
Nella mole di materiale, figura il Regio Decreto n. 635 del 1940. Si tratta una norma vecchia di quasi 80 anni che vedeva il caso di un alto ufficiale dell'esercito italiano riuscito a ottenere dal Tar ligure l'annullamento degli atti con cui la prefettura di Genova gli aveva vietato l'autorizzazione al porto di un'arma individuale.
Via il superfluo
Questo è solo un assaggio della mole di Regi decreti che il governo intende abolire.
Nell'opera di pulizia non è coinvolto solo il dipartimento delle Riforme istituzionali e della semplificazione, ma anche altri organi, come il Dipartimento per gli Affari giuridici e amministrativi della presidenza del Consiglio.Si semplifica per rendere attuale e operativo l'ordinamento giuridico odierno, così da renderlo fruibile ai cittadini, alle imprese e alle pubbliche amministrazioni.
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