Capelli corti e castani, occhi verdi, viso latino, corpo slanciato e sorriso timido.
Appena 33 anni, questo notaio cosentino sembra incarnare alla perfezione la vetta della classifica: i professionisti più desiderati dalle italiane.
Matteo Mazzotta si è laureato alla Sapienza di Roma nel 2003.
Una volta era l'idraulico, la fantasia più gettonata dalle donne. Oggi il notaio. Il segno dei tempi?
«In realtà, nonostante i tempi, la cosa mi stupisce. Siamo una categoria di secchioni come nei luoghi comuni che ci circondano: occhialuti, gobbi e coi capelli bianchi».
Le capita di percepire che la sua professione è un'attrattiva per le donne?
«Diciamo che è indiscussa la mia attrattiva sulle signore anziane. Una volta in studio, si abbandonano e pendono completamente dalle mie labbra».
E con le ragazze che succede?
«Non mi metta in imbarazzo. Io sono molto professionale io e non mi paiono particolarmente interessate neanche loro».
Non ha mai avuto dubbi su cosa fare da grande?
«Volevo fare l'avvocato penalista. Ma se ho letto l'indagine sulle preferenze femminili sarei cascato bene comunque, con le ragazze. Mi sono innamorato della carriera notarile: la scintilla è nata per caso. Il concorso impossibile, competere sulla base dell'impegno. Poi il diritto civile mi ha conquistato completamente».
Da ragazzino, c'era una professione che trovava, al femminile, affascinante?
«L'infermiera: mi capitava di sbirciare quelle "infermiere" carine e provocanti su Rete4.
Al di là del sex appeal, quali sono le caratteristiche indispensabili a un giovane notaio?
«Serietà. Umiltà, passione. Sia per diventarlo che per farlo bene».
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