Se l’obiettivo è replicare l’effetto Todde anche in Abruzzo, perché non portare in Abruzzo direttamente lei, Alessandra Todde in carne ed ossa, la nuova madrina del campo largo dopo la vittoria in Sardegna (risicatissima, solo 1600 voti di differenza, meno degli abitanti di Santu Lussurgiu, provincia di Oristano). E infatti sarà lei a chiudere la campagna del centrosinistra in Abruzzo, l’8 marzo, data non casuale, festa della donna come la donna che ha regalato a Pd e M5s l’emozione di interrompere una lunga catena di sconfitte. Caso curioso di presidente di regione (in pectore) che fa la campagna elettorale in un’altra regione, ma non importa, ormai Todde è l’amuleto del centrosinistra, il volto vincente da portare in pellegrinaggio per provare il brivido di battere la Meloni e sognare di abbattere il governo. Sarà preceduta dalla leader Pd Elly Schlein, domani e dopodomani, in accoppiata con Pierluigi Bersani, suo partner di tour elettorale in Sardegna, e quindi riproposto anche in Abruzzo per motivi scaramantici. Conte si aggira già da giorni tra Teramo, Sulmona e Chieti. Ma a chiudere sarà lei, la Todde, investita della missione taumaturgica di portare vittorie anche oltre i confini della sua isola. «Bisogna utilizzare ogni leva possibile per cercare di mandare a casa questa destra. Lo avevo già fatto in Lombardia per Majorino (ma all’epoca era una semplice deputata, ndr) lo faccio con maggiore convinzione per l’Abruzzo» ha detto la quasi governatrice sarda a In Mezz’ora su RaiTre. Una delle sue tante apparizioni in tv degli ultimi giorni. In effetti Todde si vede più nei talk show che in Sardegna.
Dopo aver incontrato pubblicamente l’attivista egiziano Patrick Zaki, la grillina ha infilato una raffica di ospitate in tv e radio: In Mezz’Ora, Che sarà (sempre RaiTre), Radio24, Di Martedì, Agorà, Rtl102.5, Piazzapulita, Porta a porta, Otto e mezzo. E la Sardegna? Attende, ora c’è l’Abruzzo per la governatrice sarda in attesa di conferma. Solo ieri, infatti, è finito lo spoglio dei voti delle elezioni del 25 febbraio. Ma non è ancora conclusa. Ci vorranno almeno altre due settimane prima che l’ufficio elettorale centrale della Corte d’appello di Cagliari riesca a proclamare presidente e consiglieri regionali.
Una tempistica al rallentatore, in linea comunque con quella del 2019, quando l’ufficialità arrivò un mese dopo il voto. E qui incombe anche l’ipotesi di ricorso da parte di Fdi. «Aspettiamo il riconteggio, poi vediamo cosa fare» ha detto la Meloni. Lo scarto di circa 1600 voti è sufficiente per dire che «le cose sono andate meno peggio di come sembrava», ma non così millimetrico da incoraggiare un ricorso al Tar. Si vedrà, il tempo per riflettere non manca viste le lungaggini.
La Todde intanto assicura che, malgrado gli impegni televisivi e abruzzesi, sta pensando anche alla Sardegna: «Mentre attendiamo, stiamo lavorando insieme con la coalizione per arrivare pronti al momento dell’insediamento ed occuparci da subito dei problemi più urgenti.
In questa fase è giusto attendere serenamente l’ufficialità e continuare a condividere la nostra gioia con tutti i sardi e le sarde». Todde la dispensatrice di gioia, ora si attende il miracolo anche in Abruzzo.
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