Cosa significa strappare la bandiera del proprio Paese, sostituendola con quella di un altro Stato in un edificio pubblico? In un qualsiasi Paese civile, democratico e sovrano sarebbe considerato un reato perseguibile, un'onta sulla propria dignità. Il vilipendio alla bandiera è un reato grave, perseguito dal Codice Penale e punito con la reclusione fino a due anni. Ma tanto, chi se ne frega: siamo in Italia, dove ci sarà sempre qualche esponente politico che derubricha il tutto come "ragazzata". Invece no, perchè le immagini della violenza di Torino dei Pro-Palestina di venerdì 15 novembre sono sotto gli occhi di tutti. Non solo gli assalti compiuti contro gli agenti della Polizia di Stato, 19 dei quali sono finiti in ospedale. "Ci siamo presi la città", hanno gridato mentre correvano, armati di fumogeni, bandiere della Palestina e bombolette spray, attraverso le vie del centro di Torino, senza quasi mai trovare opposizione.
Dopo quanto accaduto un anno fa, la polizia non interviene più con veemenza se non se strettamente indispensabile, se messa alle strette. Ed è così che i facinorosi hanno avuto libero accesso alla Mole Antonelliana, simbolo di Torino, dove sono riusciti ad arrivare fino alla balaustra principale per strappare il Tricolore, sostituendolo con la bandiera della Palestina. La bandiera italiana, quel verde, quel bianco e quel rosso sono ciò per cui i padri della Patria hanno combattuto, per cui hanno versato il sangue. La bandiera è l'orgoglio degli italiani, un legame intimo con il Paese che dà i natali, che dà le radici. Quelle scene mostrano una barbarie nel suo compimento, una violenza e un oltraggio non solo al presente di questa nazione ma a chi 150 anni fa morì per un'ideale chiamato Italia.
Come siamo passati dalla gioventù del Risorgimento a questo? Come siamo passati da una generazione che "ha fatto l'Italia" a una che la vuole distrutta? I giovani di oggi hanno perso il senso di appartenenza e gli ideali: quella bandiera strappata, quella bandiera divelta e umiliata per loro rappresenta solamente dei like sui social. Ecco, siamo passati dalla generazione degli ideali alla generazione dei like, che crede che offendendo il proprio Paese possa fare qualcosa di concreto per fermare la guerra. Non sono nemmeno più capaci a fare le manifestazioni pacifiste che hanno caratterizzato le precedenti lotte, anche giuste, per chiedere il silenzio delle armi. Ora sanno solo distruggere, gridare slogan di cui nemmeno conoscono il significato, sventolare bandiere di un'altro Stato e idolatrare seminatori di odio e di morte. Ma quel che bisogna chiedersi, è perché non ci si indigni più per una bandiera italiana strappata.
Il Tricolore non dovrebbe nemmeno mai toccare terra, dovrebbe essere onorato in ogni occasione: perché abbiamo perso il senso di orgoglio verso il nostro Paese? Venerdì, a Torino, non è stata ammainata solo una bandiera.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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