Uccide l'ex moglie e spara al nuovo amico

La follia omicida premeditata di Marco Loiola, 40 anni, operaio della Solvay, napoletano trapiantato a Marina di Massa, viene annunciata via Facebook. Quando accende il computer ha già in mente i dettagli della strage da compiere nella domenica che il meteo già archivia come la più calda dell'estate: vuole uccidere la moglie, Cristina Biagi, 38 anni, madre di due bambini di 3 e 10 anni, che lo ha lasciato, e quello che ritiene essere il suo nuovo compagno, Salvatore Galdiero, 46 anni. Ha la pistola pronta, detenuta in modo irregolare, e ha calcolato di tenere un ultimo colpo per se stesso. Prima però fa una sorta di annuncio-testamento sul social network. Pubblica tre foto che lo ritraggono in compagnia dei due figli e lascia una sorta di sibillino avvertimento: «Perdono molto, ma non tutto. Dimentico subito, ma non sempre. Non porto rancore, ma detesto chi mi prende in giro». Poi spegne il pc, carica la pistola e si avvia a seminare terrore e morte per le strade piene di turisti di Marina di Massa.
Il primo obiettivo è l'amico di quella che non si rassegna a considerare ex moglie. Non ha accettato la decisione di allontanarsi da lui, più volte è andato sotto casa dei suoceri, dove Cristina Biagi si era trasferita con i figli, per minacciarla, per costringerla a tornare. «Lei lo aveva già denunciato diverse volte», racconta una vicina di casa. Carabinieri e polizia confermano: negli ultimi 10 giorni la donna era andata a denunciarlo due volte dopo essere stata picchiata. Con la pistola in pugno Loiano, accecato dalla gelosia, irrompe in un locale dove pensava ci fosse il rivale. «Dov'è?», grida. Non c'è. E allora si mette a cercarlo, lo intravede mentre svolta in via Fosdinovo in sella a una mountain bike. Comincia a sparare da lontano, un proiettile finisce su una terrazza. «Stavamo pranzando in cucina - ha raccontato il proprietario dell'appartamento - e abbiamo sentito un rumore fortissimo. Incautamente ci siamo affacciati, ho visto un uomo che inseguiva un ciclista. Poi il rumore di altri spari. Più tardi le ambulanze, i carabinieri. Pareva un inferno». Loiano è convinto di aver raggiunto il primo obiettivo. Il rivale è a terra, insanguinato, colpito all'addome e agli arti da sei proiettili. Non si muove, sembra morto. Ora è ricoverato in gravissime condizioni. Quindi tocca alla moglie, che fa la cameriera al ristorante Laurence, sul lungomare.
È quasi l'una, c'è il pienone di turisti arrivati per il pranzo. Lui arriva con la pistola spianata, un testimone afferma di averlo visto puntare l'arma contro un cliente. «Che fai?», avrebbe detto quest'ultimo, in preda al panico. In quel momento la follia del marito geloso si trasforma in fredda precisione assassina: si volta è spara alla moglie, due colpi al volto e al torace, ammazzandola sul colpo. È il fuggi fuggi. Loiano si ferma. Rivolge la pistola contro se stesso.

Ma prima di sparare fa in tempo a sentire il disperato richiamo di Nicoletta Bertini, proprietaria del bagno Maria Pia, accorsa in strada dopo aver sentito i colpi. «Salutami tanto i miei, saluta tanto la mia mamma», sono le ultime parole dell'assassino. La pistola s'inceppa. Ricarica, mette la canna in bocca e preme un'altra volta il grilletto. È finita.

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