Aveva indicato il ministro Giuseppe Valditara un "bersaglio debole da colpire". A distanza di alcuni mesi da quell'affermazione, pronunciata in un meeting nazionale di Alleanza Verdi-Sinistra, il professor Christian Raimo è stato sospeso per tre mesi dall'insegnamento, con una decurtazione del 50% dello stipendio. Il provvedimento disciplinare è stato emesso dall'Ufficio Scolastico Regionale, proprio in riferimento a quelle parole che avevano tanto fatto discutere. Nella medesima occasione, il docente aveva auspicato anche una manifestazione "non per la scuola, ma contro Valditara".
Raimo, sempre dal palco di Avs, aveva poi rimarcato il concetto. Ora per il professore è scattato il provvedimento disciplinare, con un conseguente clamore sollevato innanzitutto da alcuni dei suoi studenti, nel liceo Archimede di Roma. "Da oggi non sono in classe per tre mesi: sono sconcertato, mi sembra molto grave. Ora con il sindacato e gli avvocati cercherò di difendermi. Penso di essere la vittima in questo caso", ha commentato l'insegnante e scrittore a LaPresse. "In questo momento - ha aggiunto - sono traumatizzato da un provvedimento che mi sembra molto grave".
Già in passato Raimo era stato oggetto di un altro provvedimento disciplinare perché, durante un dibattito televisivo, riferendosi al caso di Ilaria Salis, aveva detto che i neonazisti "vanno picchiati". "Cosa bisogna fare con dei neonazisti? Per me bisogna picchiarli, penso che sia giusto", aveva dichiarato il professore su La7. Dopo la più recente sospensione, a sostegno dello scrittore si è levata l'intera area della sinistra. A cominciare proprio da Alleanza Verdi-Sinistra, che ha espresso la proprio solidarietà.
"Colpirne uno per educarne cento, si sarebbe detto. È così che la punizione a Raimo diventa esemplare ed è un messaggio agli altri docenti, a studenti e studentesse e alle famiglie: la libertà di espressione e la libertà di dissenso costano e lo paghi a caro prezzo e sulla tua pelle", ha attaccato Nicola Fratoianni di Avs. In una nota congiunta, anche i parlamentari del Pd delle commissioni istruzione di Camera e Senato hanno difeso il professore trasformando il provvedimento disciplinare in una questione politica. "Il governo nella sua ansia di creare nuovi reati vuole introdurre quello di lesa maestà? Il dissenso è il cuore della democrazia e la sospensione rischia di ledere pesantemente la libertà di opinione e costituisce un precedente inquietante. Raimo ha espresso un parere legittimo peraltro a una festa di partito e non nello svolgimento della sua funzione", si legge nella nota dei dem.
Ma a fare chiarezza sulla vicenda è stata Anna Paola Sabatini, Direttore Generale dell’USR Lazio. "In merito alla recente sanzione inflitta al prof Christian Raimo a seguito di dichiarazioni pubbliche offensive nei confronti del Ministro Valditara che definiscono quest’ultimo 'cialtrone' e 'lurido' e che 'va colpito come la Morte Nera' non possono essere considerate una critica costruttiva; al contrario, si configurano come un'offesa che viola i principi fondamentali di rispetto reciproco e dialogo civile. Preme ricordare che il docente era stato già precedentemente oggetto di sanzione perché, in occasione di un suo intervento in una trasmissione televisiva, aveva affermato di incitare i giovani alla violenza. L'offensività delle dichiarazioni assume un carattere di particolare gravità quando sono indirizzate a un rappresentante delle istituzioni. La situazione è ulteriormente aggravata dal fatto che tali affermazioni sono state proferite da un docente.
I docenti ricoprono un ruolo fondamentale nella formazione delle giovani generazioni e dovrebbero rappresentare un esempio di comportamento etico e civile per gli studenti. Incoraggiare il rispetto e la tolleranza è parte integrante della loro missione educativa".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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