“Nelle ong di Panzeri?”. Così Porro mette a tacere Lerner sui migranti

Scontro a Cartabianca tra Nicola Porro, Gad Lerner e Paolo Mieli sulla gestione dei migranti sbarcati in Italia dalle navi delle Ong

“Nelle ong di Panzeri?”. Così Porro mette a tacere Lerner sui migranti

La puntata di Cartabianca andata in onda ieri ha affrontato anche il tema dell'immigrazione in relazione all'operato delle Ong. In particolare è stato analizzato il caso di due delle tre navi alle quali sono stati aperti i porti di Salerno e di Bari. Geo Barents e Humanity 1 hanno ottenuto il porto non per un cambiamento di linea da parte del governo, che mantiene la sua posizione circa una necessaria regolamentazione del loro operato, ora anarchico, ma nel rispetto degli obblighi di salvataggio, alla luce delle avverse condizioni meteorologiche. Una testi che trova conferma nel lavoro portato avanti da Matteo Piantedosi e dagli altri ministri per attuare una stretta che sia efficace.

"Mi fa impazzire che applaudono. Ma che si applaudono? Dopo che fanno quei 500? Dove vanno? Nelle ong di Panzeri?", ha detto Nicola Porro, in riferimento al video dello sbarco della Geo Barents mostrato in studio, ospite in studio insieme a Paolo Mieli, con in collegamento Gad Lerner. Il punto affrontato da Nicola Porro è uno dei principali che riguardano il tema dei migranti ma che viene troppo spesso mosso per favorire la narrazione buonista. Le Ong che portano i migranti in Italia si disinteressano del loro futuro, soprattutto perché la maggior parte di questi sono migranti economici, che non godono di alcun diritto di protezione e che non rientrano negli accordi di redistribuzione.

Quindi restano in Italia come invisibili, diventano manodopera per la criminalità organizzata e vanno ad accrescere le fila di disperati che popolano le periferie e vivono nel degrado. "Meglio che in mezzo al mare...", ha replicato Gad Lerner alle parole di Nicola Porro, che però continua a insistere sul punto sollevato. "Di questi 90mila che sono arrivati in Italia chi se ne occupa? Stanno nelle periferie e muoiono nelle nostre periferie", ha proseguito il giornalista. Il conduttore di Quarta Repubblica ha messo il focus su un altro punto che viene colpevolmente ignorato dalla sinistra nella sua narrazione, ossia l'irregolarità, che si trasforma in illegalità quando vengono violate le leggi di uno Stato. "Le Ong rappresentano il 15% ma è il senso che in Italia si può arrivare senza che ci sia una politica dei flussi ma lo decidano i trafficanti di morte e che alcune volte usano le Ong e alcune volte usano i barchini. Ma non c'è l'applauso: per quei 500 inizia il disastro. Illudiamo queste persone", ha aggiunto Porro.

"Annegare in mare è peggio", ha replicato Paolo Mieli. Ma la risposta del giornalista di Rete 4 è stata pronta: "Noi ci fermiamo a questa cosa, risolviamo il problema così. Bisogna dirgli che non si va in mare e non si viene in Italia in questa maniera. Ma se noi diciamo alle Ong 'venite che ve li prendiamo, tanto non c'è un problema', bisogna dare il senso e dire che non è possibile che l'immigrazione dell'Africa arrivi in Italia in questa maniera".

A Nicola Porro ha risposto anche Gad Lerner: "È la geografia che ha deciso che l'Italia sia il primo porto di sbarco insieme a Malta che è un'isola di 300mila abitanti, contro l'Italia che ne ha 60milioni".

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