"Venga in Aula". Il Pd tenta il blitz contro Piantedosi

I dem hanno chiesto al ministro dell'Interno di riferire al Senato sulla gestione dei migranti. Ok del centrodestra: "Farà vedere il cambio di marcia"

"Venga in Aula". Il Pd tenta il blitz contro Piantedosi

Il Partito democratico non gradisce la linea adottata dal governo nell'ambito dell'immigrazione e tenta il blitz contro il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. Stando a quanto appreso e riferito dall'Ansa, il Pd ha chiesto che il titolare del Viminale vada in Aula al Senato per riferire su quanto sta accadendo nella gestione dei migranti presenti nei porti siciliani. Il riferimento è alle persone che non sono ancora sbarcate e che dunque si trovano a bordo della Humanity 1 e della Geo Barents.

La richiesta è stata avanzata dai dem nel corso della Capigruppo. A questo punto Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento, sta verificando la disponibilità per stabilire il giorno in cui tenere una possibile informativa: tra le ipotesi ci sono quella di giovedì 10 novembre e quella di martedì 15 novembre.

L'ok del centrodestra

Il centrodestra compatto si è detto favorevole a un intervento del ministro Piantedosi. Licia Ronzulli, a nome di Forza Italia, ha fatto notare che sarà l'occasione per "far vedere il cambio di marcia sul tema". Lucio Malan di Fratelli d'Italia ha dato l'ok all'audizione "nei tempi in cui il ministro potrà essere disponibile", anche perché "sappiamo che è lui stesso a voler riferire". Il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo non vede l'ora "di far sapere al Paese che su questo tema l'aria è davvero cambiata".

Il Pd all'attacco

Già nei giorni scorsi la senatrice Simona Malpezzi ha chiesto al governo di riferire a stretto giro per chiarire i criteri di selezione dei migranti e per spiegare il motivo per cui non a tutte le persone a bordo è stato consentito lo sbarco. L'esponente del Pd ha definito Piantedosi "la brutta copia del ministro Salvini", dicendosi molto preoccupata per quella che reputa essere "una svolta securitaria".

Contro il ministro dell'Interno si è scagliata anche Laura Boldrini, che lo ha accusato di voler "giocare la sua partita con l'Ue sulla pelle di persone che vanno soccorse". La colpa imputata all'esecutivo è di aver portato avanti una strategia disumana e di mera propaganda, mettendo dunque nel mirino la decisione di far sbarcare solo i più fragili. Il rimprovero è netto: per la deputata del Partito democratico impedire lo sbarco a chi gode di buona salute "è una decisione arbitraria e contraria alle disposizioni internazionali sul salvataggio in mare".

Piantedosi: "No a lezioni su diritti umani"

Nelle ultime ore la sinistra ha cavalcato una sterile polemica politica sull'utilizzo dell'espressione "carico residuale" usata in riferimento alle persone che sono rimaste a bordo delle navi Ong nel porto di Catania. "Se vi volete fermare all'esegesi delle espressioni burocratiche fate pure, ma non accettiamo lezioni da nessuno dal punto di vista del rispetto dei diritti umani", ha tuonato il ministro Piantedosi. Che ha fatto notare come i migranti "non sono in mare, sono al sicuro".

Nel frattempo la Humanity 1 ha scatenato una battaglia legale contro il governo, presentando un ricorso al Tribunale civile di Catania con cui si chiede di far sbarcare anche i 34 migranti che non sono ancora

scesi. "Ci sono ricorsi in atto, si deciderà nelle sedi competenti", ha risposto il titolare del Viminale a chi gli ha chiesto di replicare alle accuse di aver fatto una selezione illegale dei migranti a Catania.

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