Roma - Impossibile da verificare. Ma qualcuno racconta di aver sentito Enrico Letta canticchiare un vecchio brano di Lucio Battisti: «Come può uno scoglio arginare il mare». Vero, verosimile? Se fosse vero, la similitudine sarebbe davvero azzeccata con il quadro politico.
Cosa può fare un presidente del Consiglio di fronte alle sabbie mobili della maggioranza? Attendere che le parti si sfoghino. Questo non vuol dire, però, tacere. Fa, infatti dire ai suoi che trova inopportuno «tirare in ballo in modo improprio e ricattatorio» il capo dello Stato, con il quale si muove in perfetta sintonia: da qui la scelta condivisa di non salire al Colle. Eppoi, mettere punti fermi: ricordare quel che ha detto in Parlamento con le dichiarazioni programmatiche e ripetuto l'altro giorno, «non continuo a tutti i costi». E molto dipenderà dalla manifestazione del Pdl di oggi. Sempre i suoi uomini riferiscono che «ascolterà con attenzione contenuti e toni dei discorsi» del corteo. E subito la Santanchè (Pdl) gli risponde: «Non ci facciamo commissariare». In attesa della manifestazione, Letta conquista un giorno tutto per sé per raggiungere la famiglia a Pisa. Utile per riflettere sul futuro suo e del governo. Il presidente del Consiglio non vuole salire sulla graticola del logoramento politico. E vuole rispondere con i fatti che Matteo Renzi ancora non vede nell'attività di governo. Entro agosto il governo deve varare con un decreto legge la riforma degli immobili in grado di superare l'Imu. Poi deve anche mettere in cantiere le misure i cui saldi contabili permetteranno al governo di elaborare la legge di Stabilità. E tra queste potrebbe anche trovare spazio il prepensionamento degli statali. «I risultati sono a portata di mano. Possiamo quasi toccarli», ha detto l'altro giorno. Ed in settimana vedrà Saccomanni e Visco (Bankitalia) proprio per i provvedimenti economici. Ma se arriveranno o meno, dipenderà - secondo Letta - dai toni del Pdl di oggi.
Ma per arrivare all'obbiettivo del semestre di presidenza italiana dell'Unione europea, luglio 2014, ci sono ancora 11 mesi. Tanti. Troppi. Così, meglio riflettere sulle cose da fare quando e se «passerà 'a nuttata». E magari, approfondire i consigli di quei collaboratori che gli stanno suggerendo un rimpasto di governo. A Palazzo Chigi commentano: «I rimpasti sai come iniziano e non come finiscono».
Anche per queste ragioni, il presidente del Consiglio ha sposato in pieno i consigli di un «patto di coalizione» che gli ha lanciato Mario Monti. Con annesso ridimensionamento dei partiti. La maggioranza di Monti era identica a quella di Letta. Ma con Monti i partiti non agitavano la vita del governo, con Letta sì: anche perché nel frattempo ci sono state le elezioni politiche. Per questo, lo schema consigliato dal Professore non è riproducibile alla lettera, anche se il presidente del Consiglio lo vede come un antidoto contro il logoramento.
Ma è ancora presto per passare alla
controffensiva. Per questo è verosimile che qualcuno lo abbia sentito canticchiare Lucio Battisti: «Come può uno scoglio arginare il mare?». Ma anche per quel che segue: «Anche se non voglio, torno già a volare». Magari da domani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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