E' un fiume in piena il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia. Dopo la decisione della Cassazione, che ha annullato con rinvio la sentenza di condanna a sette anni di reclusione per il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa e che ha stabilito che il processo di secondo grado dovrà essere rifatto a Palermo, Ingroia accusa, attacca e parla di demolizione del metodo Falcone.
Insomma, di rispettare la decisione di un suo parigrado non ne ha proprio voglia. Anzi, come ha dichiarato a La Zanzara, si sente sconfitto perché "è un mancato riconoscimento di un lavoro di anni. Ma non ho perso tutte le speranze, in due anni il processo si può fare".
Il pm, ancora una volta, ribadisce la sua sentenza su Dell'Utri, definendolo "un ambasciatore di Cosa Nostra nel mondo imprenditoriale e finanziario milanese. Lo dissi tanti anni fa e non ho mai cambiato opinione. Un portatore di interessi della mafia. Anche l'avventura politica del senatore Dell'Utri nasce per gli interessi di Cosa Nostra. L'idea della costituzione di Forza Italia è del senatore Dell'Utri ed è anche nell'interesse della mafia. Rimango convinto di questo".
Il magistrato poi non risparmia nemmeno una critica nei confronti di Berlusconi, reo di aver dichiarato che Dell'Utri "ha sofferto 19 anni di gogna". Ingroia replica all'ex presidente del Consiglio dicendo che "quando era al governo poteva fare una riforma della giustizia per accorciare i tempi dei processi, invece ha fatto esattamente il contrario. Ha fatto approvare provvedimenti che li hanno allungati. Dunque anche il processo Dell'Utri è durato così tanto per colpa di Berlusconi, questo è sicuro".
Dunque, per il procuratore aggiunto di Palermo, "se di gogna si può parlare, Berlusconi dovrebbe prendersela con se stesso". Entrando nel merito delle accuse mosse a Dell'Utri, Ingroia fa un paragone con altri processi del passato e spiega: "Rispetto ad altri processi per concorso esterno ci sono molte più prove e più concrete. Sarebbe ingiusto rispetto a Bruno Contrada, per esempio, se Dell'Utri se la cavasse mentre lui è finito in galera. Su Contrada c'erano meno prove a carico".
Il procuratore è poi tornato a parlare della sua partecipazione al congresso del Pdci dove si professò "partigiano". Nessun pentimento di sorta, nonostante il Csm lo abbia bacchettato, ritenendo inopportuna la sua presenza e le sue esternazioni. "Non mi pento di essere andato al congresso del Pdci, ci tornerei anche domani e devo dire che andrei anche da altri partiti. Sì, se mi invitassero Alfano e Berlusconi andrei a parlare di giustizia pure dal Pdl. Basta che mi facciano parlare e non mi interrompano...", ha dichiarato Ingroia.
Che infine non ha escluso una sua discesa nel campo della politica. "Mai dire mai, sicuramente dopo la magistratura mi voglio occupare della società. Ho già rifiutato varie proposte di candidatura e comunque se decidessi di fare politica non lo farei mai nella città di Palermo. Dunque a fare il sindaco non ci penso proprio". Insomma, Ingroia pare avere le idee chiare sul suo futuro.
Inutile dire che il Pdl, dopo le dichiarazioni del pm, sia insorto. "Le dichiarazioni del dottor Ingroia sono talmente gravi da richiedere un immediato pronunciamento da parte delle istituzioni poste a garanzia del regolare funzionamento della democrazia e del rispetto dei principi della nostra Costituzione", ha affermato in una nota il coordinatore del Pdl, Sandro Bondi.
Più pungente il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri: "Ingroia rilascia interviste a raffica, ma nessuno gli chiede di scusarsi per lo scandalo di Ciancimino junior. Ingroia con il concorso esterno di televisioni compiacenti ed anchorman consenzienti ha fatto di un pregiudicato un’icona antimafia. In questo modo si sono condizionate indagini e si è scritta una versione sballata della storia italiana".
Sulla stessa linea il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto.
"Ingroia sta facendo gravissime dichiarazioni che mettono in evidenza che egli non ha il senso di equilibrio e l'imparzialità per svolgere il ruolo di magistrato giudicante o inquirente che sia". E la polemica non è ancora finita.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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