Le vere femministe vanno da Tony Effe

Quando Tony Effe ha iniziato a cantare ho sentito subito il filo di emozione che lega lui a queste migliaia di ragazzi. Non è ideologia. Non è antifemminismo. Non è violenza. Non è schieramento. Non è esibizionismo

Le vere femministe vanno da Tony Effe
00:00 00:00

Ecco, è arrivata mezzanotte. Si brinda. Lui agita la bottiglia di spumante che spruzza in aria e a tratti sorseggia. Fino a quel momento solo acqua frizzante. Lui si chiama Tony: il famigerato Tony Effe. Sono andata al Palasport di Roma, l'altra sera, per vedere, provare a capire. Era pieno come un uovo. Il primo sguardo già ti dava una sorpresa: ragazzi ordinati, con la camicia e il pullover, molte coppie mano nella mano, anche ragazzini molto giovani, accompagnati dalla mamma, o dal papà. Allegrissimi. Appassionati. Non violenti. Tony Effe non l'avevo mai sentito. Non conoscevo la sua musica, il suo stile. Quando ha iniziato a cantare ho sentito subito il filo di emozione che lega lui a queste migliaia di ragazzi. Non è ideologia. Non è antifemminismo. Non è violenza. Non è schieramento. Non è esibizionismo.

Mi aspettavo la parte più disagiata della gioventù romana. Mi aspettavo volgarità. Macché: c'era un clima familiare, solo festa e voglia di sano divertimento. Loro non sono andati per protestare, ma perché sono liberi e vogliono essere liberi. Non prendono ordini, sanno badare a loro stessi. Libertà. La capite questa parola? Libertà senza pregiudizi. Per se stessi, per gli altri, per i simili, per i diversi. Se guardo questi ragazzini e penso a quando ero ragazzina io, mi sembra evidente che loro sono più liberi. Loro: loro sono più libere. Sì, le ragazze. Meno subalterne ai maschi. Lui grida che vuole mettere una museruola alla sua donna e loro capiscono bene che sta gridando il contrario. Sta dicendo: ribellatevi! Via quella museruola! Le ho guardate una a una le ragazze del palasport: nessuna aveva la museruola. Li ho guardati uno a uno quei ragazzi: non ho intravisto nemmeno l'ombra del maschilismo. Avete presente quelle discussioni infinite e noiose sul patriarcato? C'è o non c'è? Beh, una cosa è certa: in quel palazzetto non c'era. C'era uguaglianza.

Il momento di maggiore entusiasmo c'è stato quanto Tony Effe si è inchinato e ha detto: mi inchino alle mamme. Ne indicava col dito una, lì in prima fila, e rendeva omaggio a tutte. Ha iniziato così: ringraziando le donne, dichiarando amore per le donne. E questo signore sarebbe il simbolo della violenza antifemminista? È assurdo, amici miei, che non lo capiate. Tony Effe è amato dalla parte più ribelle e più sana e pulita di questa generazione. Quella che non ne può più delle regole che voi volete imporre loro, delle parole che voi volete rendere obbligatorie, dei riti del politicamente corretto che vi hanno preso l'anima. Loro vogliono poter dire: troia. E quando dicono troia non pensano certo alla donna merce, pensano a voltare le spalle al perbenismo. La loro anima è da un'altra parte. Non la vedrete mai se non venite qui. E non capirete che questa ribellione non la esprimeranno mai tirando un sasso: la esprimono riunendosi per cantare e sentire musica. In pace.

Mammamia che abbaglio, signor sindaco. Ve lo giuro: l'altra notte, mentre nasceva il 2025, io ho conosciuto la mejo gioventù. I ragazzi puliti, seri, appassionati, che possono costruire il nostro futuro. Persone che sono gelose del loro vocabolario, del loro modo di esprimersi, dei loro pensieri, dei gesti, ma che non hanno dentro nessuna voglia di sopraffazione. Cercano relazioni, emozioni pulite: non potere. Signor sindaco lei li voleva censurare. Ha detto loro: non siete degni del Circo Massimo. Le hanno risposto con la cortesia e la forza che possiedono. «Andiamo da un'altra parte, signor sindaco, ma lei non riuscirà a censurarci, a nasconderci, a far finta che non esistiamo». Voi statevene pure a casa. O andate ai concerti ufficiali. Chiudetevi a chiave con le femministe travolte dal perbenismo. Non le ho viste le femministe quando a Milano le donne musulmane venivano chiuse in un recinto. Non le ho viste quando i genitori uccidevano Saman Non le ho viste quando gli ayatollah imprigionavano Cecilia Sala.

Volete trovare le femministe vere, quelle del terzo millennio, quelle che liberano le donne dai pregiudizi e dal giogo dei maschi? Fate come me amiche e amici: andate al concerto di Tony Effe. Le vere femministe le trovate lì.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica