La notizia viene battuta dalle agenzie di stampa alle due del pomeriggio: "Monti a sorpresa al vertice del Ppe". Il presidente del Consiglio è giunto al vertice dei popolari europei in corso a Bruxelles. All'incontro sono presenti, tra gli altri, Angela Merkel, il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso e il leader del Pdl Silvio Berlusconi. Il primo faccia a faccia tra il Cavaliere e il Professore, dunque, avviene in Europa. Il premier italiano partecipa al vertice del Ppe su invito del presidente Wilfrid Martens. Monti aveva già partecipato all’incontro del gruppo Ppe di Fiesole di settembre. Ma è la prima volta che partecipa ad un pre-vertice dei popolari prima dei summit dei leader Ue.
Da fonti dei popolari europei si apprende che Berlusconi ha invitato il presidente del Consiglio Mario Monti a candidarsi alle prossime elezioni. Lo ha detto pubblicamente, davanti ai leader del Ppe a Bruxelles e allo stesso Monti: se il professore si candiderà come premier "io farò un passo indietro". "Sono venuto qui, su invito di Martens - ha spiegato Monti - per spiegare la situazione politica italiana: ho ricordato qual era la situazione quando ho iniziato, le cose fatte e le condizioni che hanno determinato la mia decisione" di lasciare.
Pressing su Monti anche dalla Merkel. La cancelliera tedesca avrebbe chiesto al premier italiano di ricandidarsi. Ma in serata arriva la precisazione da parte di fonti del governo di Berlino: "Merkel non si è espressa a proposito di candidature specifiche" sulla premiership in Italia. Anche il Fondo Monetario Internazionale fa l'endorsement del Prof. Le misure decise dal premier Mario Monti sono "coraggiose" e vanno nelle giusta direzione e "dovrebbero essere attuate. L’Italia è sulla strada giusta e bisogna continuare su questa strada", ha affermato il portavoce del Fmi, Gerry Rice.
Il presidente del Consiglio dopo aver incontrato Barroso ha detto: "Qualunque sarà l’esito delle elezioni italiane, ci sarà in Italia un governo che si collocherà nella linea della tradizione di un forte appoggio italiano all’integrazione europea". Un modo come un altro per rassicurare i mercati e, al contempo, i partner europei."È mia convinzione personale - ha precisato Monti - che avanzare verso l’integrazione rappresenta un interesse nazionale per l’Italia". Quindi, ha aggiunto il premier, che non ha invece voluto rispondere alle domande su una sua eventuale candidatura, "il mio augurio è che l’Italia sia protagonista sempre più incisiva nel dialogo con gli altri Stati membri e con le istituzioni europee per dare un inteso contributo all’avanzamento della politica europea. Questo - ha concluso - è molto più importante della mia posizione personale".
Le elezioni del 2013, ha detto a sua volta Barroso, "non possono costituire un’interruzione o una scusa per rallentare l’agenda di riforme e risanamento. Non c’è neanche motivo di pensare - ha aggiunto - che l’attuale difficile situazione sia stata creata da altri o che possa essere risolta da altri. Non ci sono alternative a continuare le riforme e il risanamento: questo è vero per tutti i Paesi e l’Italia non fa eccezione". Barroso si è detto "fiducioso che le difficili scelte e i sacrifici pesanti dei cittadini italiani finiranno per pagare".
Barroso ha dispensato elogi a grandi mani al presidente del consiglio italiano: il governo Monti ha preso "misure significative nell’ultimo anno per ridurre il deficit eccessivo e il debito pubblico" facendo "considerevoli progressi per migliorare la competitività dell’Italia e il suo potenziale di crescita, e portando i costi del finanziamento dei titoli di Stato decennali al loro livello più basso dal 2010". A qualcuno è parso, più che un elogio, un vero e proprio spot elettorale.
"La Commissione saluta con favore il programma ambizioso di riforme di vasta portata e di consolidamento di bilancio» del governo italiano, e sottolinea "i segni incoraggianti che sta tornando la fiducia nella capacità dell’Italia di risolvere i propri problemi", ha aggiunto Barroso.
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