
In effetti ultimamente ci era sembrato che il Fatto Quotidiano fosse migliorato. Ma non capivamo perché. Poi ieri abbiamo letto l'amaro sfogo del collega e amico Gad Lerner che in un post spiegava che da un mese non scrive più sul giornale e ha deciso di lasciarlo.
Che peccato!
La motivazione? È un manifesto di dirittura morale: «Negli ultimi tempi ho sentito crescere la mia distanza dalla linea del giornale, soprattutto per l'indulgenza mostrata di fronte a Trump, a Putin» - e va bene... - «e alle tendenze fascistoidi di casa nostra». E crediamo si riferisca ai nuovi fascisti della sinistra intollerante. Ma tant'è.
Domanda. Chi è più democratico? Il Fatto che permette a Lerner di esprimere la sua opinione pur se in contrasto con la linea editoriale o Lerner che non accetta la linea editoriale e pretende che tutti la pensino come lui?
Caro Gad. Tu sei un grande giornalista e non hai mai avuto padroni, beato te. E sei troppo onesto per restare in una redazione con Scanzi e la Lucarelli. E quindi ecco la proposta. Vieni al Giornale! Siamo sempre stati critici con Putin. Tiriamo spesso le orecchie a Trump. Condanniamo Hamas e se è il caso siamo severi con Netanyahu. Certo, non possiamo garantirti tutti i benefit cui sei abituato - yacht, elicotteri... - ma siamo un giornale liberale. Il posto giusto per te.
E poi, dopo il manifesto, L'Espresso, il Tg1, Repubblica, Vanity e La7, è ingiusto che un tale giornalista di razza (scusa, di etnia) resti a spasso. Resisti Gad. Tieni duro. Il giornalismo, si sa, è una Lotta. Continua.
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