Il vizio di Santoro? Il porno gossip sul Cav

Il conduttore invita la Bonev, ieri attrice discussa oggi icona moralista

Il vizio di Santoro? Il porno gossip sul Cav

C'è una tv spazzatura fatta di risse verbali e insulti, di «ti piscio in testa» e di baveri afferrati minacciosamente. Una tv che chiude dopo una sola puntata perché offende il buongusto e molesta l'acustica degli spettatori, il loro senso della misura: è una tv sguaiata che entra non invitata nei salotti degli italiani, si accomoda coi piedi sul tavolo, banchetta e lascia briciole ovunque. Non fa male a nessuno ma disturba, mette ansia, è antiestetica. Poi c'è un'altra tv, altrettanto spazzatura ma truccata meglio. È quella che riesce ad avere un potere battesimale perché si nutre di scarti ma ripulisce, disinfetta e sdogana. È quella che prende per mano le Patrizie D'Addario e i Massimi Ciancimino, «personacce» fino a un attimo prima, degni d'accoglienza come testi fissi ad uso e consumo dell'islam mediatico. La tv dei «perbene» che ieri ha mandato in onda un'intervista a Michelle Bonev (nome d'arte di Dragomira Boneva), produttrice, attrice, accusatrice, nostalgica revisionista delle sue scellerate scelte di «gioventù». Stritolata dalla ruota della storia, rianimata dalle telecamere. Ore 21.10, La7, Servizio Pubblico o sedicente tale. La faccia di Michele Santoro sembrava illuminata dal fosforo sullo sfondo rosso e nero dello studio (i colori della Santa Inquisizione nei quadri spagnoli). L'ex vittima dell'editto bulgaro e la dritta bulgara. Uno che si è scordato di andare avanti, l'altra che non ci è riuscita. Eccola l'intervista esclusiva alla signora Bonev, novella Maria Goretti: chioma ordinata, riga in mezzo e camicia bianca, che è l'indumento principe di qualsiasi riabilitazione estetica ancor prima che sostanziale, anche se ci sono donne che rimangono neofite della camicia bianca in eterno.

Sembrava dovesse posare il rosario prima di iniziare a parlare la signora Bonev. Per la sinistra era una «donnaccia immonda» quando «per manina» (come avrebbe detto Bettino Craxi) del ministro Sandro Bondi veniva premiata per il suo film al Festival di Venezia, ma era un'autorevole testimone ieri mentre si autoflagellava pensando alla sua dignità perduta e ai sogni smerigliati e a certi compromessi che alla fine, nella vita, non ti portano da nessuna parte. Ieri che raccontava di essere stata «a corte» (ma forse senza tutte le prebende), ieri che accusava Silvio Berlusconi di essersela portata a letto perché lei voleva «solo produrre una fiction» e lui «allora poteva tutto», ieri che spiattellava di quella «raccomandazione che sì, c'è stata, ma poi è arrivato il massacro», ieri che, senza contraddittorio, definiva Francesca Pascale una «lesbica», alla quale «sono sempre piaciute le donne. Ha avuto una relazione con la sua insegnante, e perfino con me» una che «è molto gelosa delle ragazza intorno a Silvio, perché dice che sono tutte poco di buono», «una fidanzata autoritaria e senza scrupoli che Berlusconi si è ritrovato attorno senza volere». La «sfascista» rinsavita e dolente a microfoni aperti nel salotto di Re Michele, così integrata e protetta dai suoi nuovi amici... Mentre tutto il Pdl lanciava comunicati indignati: da Alfano alla Santanché da Cicchitto, a Brunetta e alla Gelmini. Mentre la Rete si mobilitava contro il «Disservizio Pubblico» o il «Servizio Pubico» e Massimo Cacciari, perfino Cacciari, in collegamento si ribellava al «Csi» sulle mutande dell'ex presidente del Consiglio «Non ne posso più di sapere della sua camera da letto». Tutto lì.

Nello stesso salotto che si stracciava le vesti con gli slogan a favore delle donne «Se non ora, quando?», tranne per la Pascale che evidentemente è diversamente donna. Tutto lì, proprio su La7, dove hanno manifestato «né nude, né mute»: ora che si sono rivestite non le fanno più tacere...

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