Le fibrillazioni tra Pd e Pdl continuano a crescere. Molti, tra analisti e politici, iniziano a ipotizzare il voto anticipato. Il premier Enrico Letta guarda avanti e fissa per il 23 di agosto il prossimo Consiglio dei ministri. "L'esecutivo lavora senza interruzione, non va in vacanza", ha assicurato il presidente del Consiglio sottolineando che lui e il vicepremier Angelino Alfano "si alterneranno in sede" per garantire continuità. Non una parola, però, sulle polemiche scatenate dall'intervista rilasciata dal segretario piddì Guglielmo Epifani. Letta prova a strasene alla larga, anche se le fibrillazioni della maggioranza hanno iniziato a riflettersi anche sui componenti dell'esecutivo. Tanto che il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello si è affrettato a chiarire che le Camere non potranno essere sciolte prima del 3 dicembre.
Le polemiche restano fuori della porta della sala stampa di Palazzo Chigi. Letta chiarisce, senza giri di parole, che non ha intenzione di "oscurare" la stretta varata oggi dal Consiglio dei ministri contro il femminicidio, una "lotta senza quartiere" la definisce, con analisi sulle fibrillazioni nella maggioranza. Ma il presidente del Consiglio offre, di fatto, una risposta alle tensioni che circondando Palazzo Chigi. "Noi lavoriamo determinatissimi, in parte credo che questa sia anche una risposta alle vostre domande - riconosce - e aggiungo che abbiamo fissato per il 23 di agosto la prossima riunione del Consiglio dei ministri. Lavoriamo senza interruzione". E ancora più eloquente è il "piano ferie" che Letta sintetizza ai cronisti e che vede una sostanziale divisione del presidio agostano a Palazzo Chigi con il suo vicepremier. "Noi due - dice riferendosi ad Alfano, al suo fianco - oltre altri ministri, saremo qui in sede la prossima settimana, alternandoci". Insomma, "per quanto ci riguarda il governo non va in vacanza e continua a lavorare durante tutto il mese di agosto". Il governo, però, rischia di essere in balia del braccio di ferro tra Pdl e Pd. "Ho l’impressione che la discesa sia inarrestabile - ha commentato il sentaore del Pdl, Paolo Romani - ormai è impossibile procedere, mi dispiace perché il Paese vorrebbe da noi un ennesimo atto di responsabilità per entrare in una fase di non recessione e di ripresa".
"Non si possono sciogliere le Camere prima che la Corte Costituzionale si sia pronunciata sulla legittimità della legge elettorale", ha avvertito dai microfoni di Radio 2 Quagliariello. Insomma, niente elezioni sui radar della politica prima del 3 dicembre. "Non si può andare alle elezioni prima che si sappia se l’attuale Parlamento possa essere dichiarato illegittimo", ha rilevato l’esponente del Pdl aggiungendo, peraltro, anche un "come è probabile che sia". Già nella tarda serata di ieri Quagliariello, nel corso di Virus su Rai 2, aveva espresso il medesimo concetto.
"Non si possono scogliere le Camere prima che la Corte Costituzionale si sia pronunciata sulla legittimità della legge elettorale - ha concluso Quagliariello - non si può andare alle elezioni prima che si sappia se l’attuale Parlamento possa essere dichiarato illegittimo, come è probabile che sia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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