Da una parte l'accoglienza di Mattarella e delle istituzioni. "Un onore averla qui. Noi pienamente al vostro fianco". Dall'altra il saluto respingente dei giovani comunisti italici: "Non sei il benvenuto". A Roma Volodymyr Zelensky ha ricevuto pure il saluto non richiesto di questi ultimi. Mentre al Quirinale incontrava il nostro capo dello Stato, il presidente Ucraino veniva contestato a distanza di pochi chilometri da alcuni attivisti di estrema sinistra. All'ombra del Colosseo, infatti, compariva in quegli istanti uno striscione ostile al politico di Kiev e alla Nato.
"Zelensky non sei il benvenuto", recitava il manifesto esposto da alcuni militanti del Fronte della Gioventù Comunista (Fgc). E accanto, le scontate motivazioni della protesta: "Contro la guerra. No armi in Ucraina". Chiaramente il presidente ucraino manco si sarà accorto di quei manifestanti piazzatisi sul ponte degli Annibaldi per inscenare la loro contestazione. Ma il messaggio, almeno sui social, è circolato. "Zelensky è un presidente che ha messo il suo paese a disposizione dei piani imperialisti della Nato, degli Usa e della Ue", ha dichiarato Lorenzo Lang, segretario nazionale del Fgc, spiegando le ragioni di quel sit-in.
"L'invasione russa è inaccettabile, lo diciamo senza mezzi termini. Ma la guerra in Ucraina è una guerra imperialista da entrambe le parti e viene pagata proprio dai popoli coinvolti. Il governo ucraino e quelli dei paesi Nato sono corresponsabili dell'ondata di morte e sofferenza che si è abbattuta sull'Ucraina", ha proseguito l'attivista politico, con la solita retorica anti-occidentalista già udita in altre occasioni e in altre piazza. Quella del né con la Nato, né con la Russia. "Zelensky viene dipinto come un paladino della libertà, mentre è a capo di un governo ultra-nazionalista che ha messo al bando 14 partiti politici e trasformato milizie neofasciste in forze armate regolari", ha continuato l'esponente della gioventù comunista, riservando poi un attacco al nostro governo.
"In questo contesto, giudichiamo scellerata la politica del governo italiano, che continua a inviare armi in Ucraina, rendendo il nostro paese compartecipe di una guerra tra potenze che continua a ridurre l'Ucraina in un cumulo di macerie. Il coinvolgimento italiano deve cessare il prima possibile. Nessuna base sia messa a disposizione, nessun soldato, non un'arma sia inviata ancora per questa guerra", hanno tuonato ancora dal Fronte della Gioventù Comunista. Toni decisamente opposti a quelli invece scelti dal ministro degli esteri Antonio Tajani per accogliere il capo di Stato ucraino.
"Rinnoviamo il nostro impegno al fianco del popolo ucraino, a difesa della libertà
e della democrazia", aveva scritto sui social il capo della Farnesina. La stessa accoglienza verrà riservata a Zelensky dal premier Meloni e da Papa Francesco, dal quale il presidente ucraino si recherà in udienza privata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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