Una manciata di aziende ha in mano le sorti di Wall Street e non solo. Le cosiddette Magnifiche Sette, già leader globali nei loro ambiti e tutte espressione del settore tecnologico, stanno beneficiando delle innovazioni e degli investimenti nell'intelligenza artificiale. Di conseguenza, l'assist dell'AI ha fatto diventare le grandi aziende ancora più grandi. L'S&P 500, il benchmark più popolare per le azioni statunitensi, vede i primi 10 titoli rappresentare circa un terzo dell'intero indice, più del doppio della quota del 14% di dieci anni fa. Quest'anno tale concentrazione si è acuita ulteriormente. Da sole le tre più grandi aziende al mondo - nell'ordine Nvidia, Apple e Microsoft vantano un valore di mercato di oltre 10mila miliardi di dollari, circa il 20% dell'intero S&P 500. Allo stesso tempo nell'indice Msci World, espressione delle principali azioni di tutti i paesi sviluppati (qui la concentrazione geografica è alta, oltre il 70% sugli Stati Uniti), le stesse tre mega cap contano per quasi il 17% del totale.
Un mercato eccessivamente concentrato nasconde dei rischi. Un fondo indicizzato all'S&P 500 o all'Msci World non è così diversificato come potrebbe pensare. Questo può andare bene se le big tech continuano a macinare utili e performance positive in Borsa; se però la tendenza si inverte, gli investitori potrebbero trovarsi invischiati in periodi prolungati di sottoperformance.
La diversificazione è il principale antidoto contro il rischio di perdite significative legate alle fluttuazioni di mercato, evitando di ritrovarsi con una eccessiva esposizione su pochi titoli.
I fondi comuni d'investimento si caratterizzano proprio per la possibilità di diversificare l'investimento in un ampio paniere di titoli (azioni, obbligazioni, materie prime, ecc.). Diversificazione a livello di numerosità, ma anche settoriale e geografico. A seconda delle preferenze d'investimento e del profilo di rischio, ci sono fondi comuni atti a portare avanti differenti strategie: per l'investitore che intende minimizzare la volatilità del proprio portafoglio c'è la possibilità di aumentare l'esposizione geografica su quei mercati che presentano una volatilità minore e diminuire il peso di quelli più volatili. Guardando al reddito fisso, è possibile invece costruire un portafoglio con caratteristiche definite in termini di allocazione geografica e settoriale in ottica di miglioramento del rendimento aggiustato per il rischio.
Investire i propri risparmi è come piantare un seme che per fruttare necessita di tempo. Più l'orizzonte temporale è lungo più la componente di rischio risulta sotto controllo. Pertanto, se si è già prossimi alla pensione la ponderazione a fondi azionari, magari legati ai settori growth (più orientati alla crescita e quindi più volatili), dovrà essere circoscritta in modo da dare più spazio alla componente obbligazionaria; di contro, i portafogli di investitori più giovani, che hanno davanti ancora almeno due/tre decenni di vita lavorativa, possono presentare un'esposizione più accentuata all'azionario in quanto l'orizzonte d'investimento è più lungo. Un altro elemento caratterizzante dei fondi comuni di investimento è la qualificazione del fondo come patrimonio giuridicamente separato dal patrimonio della società di gestione. Ciò significa che il patrimonio del fondo è protetto dai creditori della società di gestione, offrendo una maggiore sicurezza agli investitori.
I fondi comuni sono veicoli di investimento dove un team di gestori seleziona e gestisce attivamente un portafoglio di azioni e/o obbligazioni con l'obiettivo di ottenere un rendimento superiore a quello di un indice di riferimento (benchmark). Il gestore analizza il mercato e seleziona i titoli che ritiene possano offrire le migliori opportunità di guadagno basandosi su vari fattori (fondamentali delle aziende, valutazione dei titoli, condizioni di mercato) cercando di sfruttare le opportunità di mercato e limitare i rischi. Negli ultimi anni hanno preso sempre più piede gli Etf, ossia fondi quotati che replicano passivamente un indice di borsa, che quest'anno hanno superato i 13mila miliardi di masse gestite a livello globale. Mentre la gestione attiva implica l'affidarsi a un esperto che cerca di battere il mercato, gli Etf seguono l'indice sottostante con la possibilità di esposizioni mirate ( settoriali, tematiche, stili d'investimento, ecc.) L'assenza di un gestore permette agli Etf di presentare minori costi. Quella tra fondi attivi ed Etf è una falsa disputa anche perché nei portafogli moderni ci può essere spazio per entrambi gli strumenti in modo da avere una cassetta degli attrezzi più ampia e perseguire gli obiettivi d'investimento attingendo di volta in volta agli strumenti più idonei.
Nella scelta dei fondi da inserire in portafoglio è essenziale una attenta pianificazione e consultare le informazioni riguardanti la struttura del fondo e i costi associati. L'affiancamento di un esperto può risultare essenziale. Il consulente finanziario, oltre ad avere una conoscenza professionale degli strumenti di investimento e delle normative vigenti, offre supporto nell'analisi degli obiettivi finanziari a lungo termine in modo da strutturare la strategia di investimento più adatta alle esigenze del singolo investitore.
L'ausilio di un professionista permette, inoltre, di creare piani di investimento personalizzati ed evitare i classici bias degli investitori fai da te, che tendono a farsi influenzare dalle emozioni di breve perdendo di vista gli obiettivi d'investimento.
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