«Io e mio fratello Toni uniti dalla ricerca»

La sua parola d'ordine? Coltivare la duttilità. Lo fa da sempre con gli Avion Travel, la Piccola Orchestra di musica leggera di cui è fondatore, cantante e principale autore dei testi («È un'abitudine acquisita col tempo: siamo un gruppo da concerto più che da disco, andiamo in scena a modo nostro, senza domandarci che palco sia e quale pubblico avremo di fronte. Non seguiamo logiche aziendali, facciamo musica contro la noia e le paure»), ma anche nell'attività fuori dal gruppo. Attività che lo ha portato a incontrare idee e canzoni con colleghi del mondo jazz.
Stiamo parlando di Peppe Servillo, stasera al Blue Note alla testa dell'elegante trio GSM, formazione che lo vede interagire con il sassofonista argentino Javier Girotto, già leader del gruppo Aires Tango, e con Natalio Luis Mangalavite, pianista argentino di origini italiane che ha lavorato con Ornella Vanoni e Paolo Fresu. Un'avventura che sembra fatta su misura per artisti insofferenti alla tradizionale idea della musica come messaggio sempre uguale a se stesso e, invece, attratti da proiezioni sonore presenti nel territorio delle nuove melodie. La loro è musica col doppio passaporto («sentire argentino e napoletano s'incontrano empaticamente, attraverso quella vena nostalgica, che però sa rialzare subito la testa, reagendo»), intrisa di memorie e reminiscenze personali e musicali, mondi e atmosfere culturali differenti che si fondono in un mix suggestivo ed evocativo. Un'occasione unica e imperdibile per rileggere, e forse reinventare, il tango e la cultura del folklore argentino mescolandola con il jazz e l'universo intimista e onirico, di sapore mediterraneo caro a Servillo.
Dopo aver pubblicato nel 2004 un album, L'amico di Cordoba, quasi a ricordare che i due argentini del combo sono entrambi originari della città che ha dato i natali al Che Guevara, il terzetto torna a farsi sentire con Fútbol, un disco in uscita nel fine settimana liberamente ispirato all'omonimo libro dello scrittore argentino Osvaldo Soriano: «L'idea di un'opera concept sul calcio mi frullava in testa da tempo. Desideravo raccontare tutto quel mondo romantico che ruota attorno al pallone: dai campetti degli oratori ai perdenti passando per i grandi campioni, gli eroi. Su tutti Diego Armando Maradona: essendo campani e argentini non potevamo esimerci dal dedicargli un brano. Cosa ne è venuto fuori? Un album di musica leggera d'autore, compatto ma godibile, al quale hanno partecipato anche Fausto Mesolella degli Avion Travel e mio fratello Toni, che legge la novella di Soriano sulla mitica finale del mondiale 1950 Brasile-Uruguay».
A proposito: come vede Peppe il successo del fratello, grande interprete dei film best seller Gomorra e Il divo? «Il suo successo non mi sorprende. È la dimostrazione che 30 anni di teatro fatto di ricerca, condivisione e testimonianza civile alla fine pagano. Che il grande cinema non può fare a meno degli attori di teatro». Tra l'altro, Peppe Servillo ha esordito proprio sulle assi di un palcoscenico recitando assieme al fratello: «Attenzione, però: il mio lavoro è un altro. Io faccio musica. E la mia famiglia sono gli Avion Travel che, grazie al cielo, sono ancora vivi e vegeti. Che cosa stiamo facendo? Stiamo lavorando a un disco di canzoni napoletane che uscirà entro l'anno. Saranno un po' cover e un po' brani inediti. Per me e per gli altri è un sogno che si realizza. Banalizzando, per chi fa e scrive canzoni, confrontarsi con la tradizione canora napoletana è un po' come per un attore recitare Goldoni, Molière o De Filippo. È un repertorio straordinario per la sua innata musicalità e per il suo essere al tempo stesso antico e contemporaneo, con il quale primo o poi devi confrontarti.

Ovvio che a noi di Caserta, luogo di villeggiatura della grande Napoli borbonica, il progetto regali qualche stimolo in più».
Peppe Servillo, Javier Girotto e Natalio Mangalavite
stasera, ore 21
Blue Note, via Borsieri
ingresso 21 euro.

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