Nino Materi
La patata bollente è ora nelle mani del Gran Giurì della pubblicità che, a breve, ufficializzerà le motivazioni che lhanno spinto a censurare lo spot delle patatine interpretato dallex pornostar («Ora faccio solo il produttore»), Rocco Siffredi. Era lui che nel video oscurato la settimana scorsa diceva ironico: «Io di patate ne ho viste tante, gustose, fragranti. Date retta a uno che le ha provate tutte...».
Tanto è bastato per gridare allo scandalo, spingendo la «Cassazione della réclame» a condannare il filmato che, in poche settimane, era già sulla bocca di tutti. Lagenzia Leo Burnett, inventrice della sexy-patatina, ha intanto preso atto della sentenza («La pubblicità ha violato gli articoli sulla decenza e sul rispetto della dignità delle persona \), preparandosi a registrare un sequel più castigato. Ma comè nata, tre anni fa, lidea della «patatina che tira» (testimonial, Maria Teresa Ruta) e che poi si è gradualmente evoluta fino ad arrivare allattuale coinvolgimento del re del porno, Rocco Siffredi?
«Abbiamo trovato terreno fertile nel coraggio e nella modernità del presidente dellAmica Chips, Alfredo Moratti - spiega Enrico Dorizza, direttore creativo della Leo Burnett -. Prima siamo andati in Ungheria da Rocco Siffredi registrando un provino di quanto avevamo in mente, poi labbiamo sottoposto ai vertici aziendali ottenendo lok definitivo». Il risultato è stato uno spot finalmente originale nel quale Siffredi scimmiottava con tanto di vestaglia di raso, pantofole rosse occhiali a goccia un giovane Hugh Hefner, il celebre editore di Playboy. La maggior parte del pubblico (donne comprese) applaude, ma il Gran Giurì tira fuori il cartellino rosso.
Intanto le patatine targate Siffredi Chips registrano un boom di mercato senza precedenti. «Il segreto delle nostre patatine? Sono semplicemente le migliori - racconta, Alfredo Moratti, presidente e fondatore di Amica Chips -. Al di là dellapparente banalità, il prodotto patatine sta di fatto trainando il marchio, facendogli guadagnare prima di tutto lapprezzamento dei consumatori». E in questa logica il doppiosenso a sfondo sessuale ha sicuramente dato il proprio contributo. «In epoca di contrazione dei consumi - aggiunge il presidente di Amica Chips -, lo snack sembra essere diventato un buon surrogato di piacere, una gratificazione a costo contenuto e, quindi, alla portata di molti, casalinghe o affezionati dellhappy hour che siano».
Di qui lintuizione di abbinare il gusto della gola al richiamo per quello che un tempo veniva definito solennemente «loscuro oggetto del desiderio» e che oggi, più prosaicamente, si è trasformato in fragrante «patatina».
Cose che non scandalizzano più nessuno, se non chi da censure (Gran Giurì della pubblicità) e denunce (Movimento italiano genitori, alias Moige) traggono una visibilità a costo zero.
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