da Berlino
Con Fireflies in the Garden («Falene in giardino») di Dennis Lee, fuori concorso al Festival, il dramma familiare all'americana si fa saga, ma con uno schema più adatto per una fiction tv. Proprio il giorno di unimportante riunione familiare, in un grave incidente stradale muore una madre di famiglia (Julia Roberts). Alla guida dell'auto è il marito (Willem Dafoe) della donna, scrittore fallito e padre despota ai cui errori sono legati gli squilibri dei figli; con il maschio (Ryan Reynolds), pure lui romanziere, che ha amplificato le paure avute da piccolo, trasformandole in odio verso il padre, oltre che feroce rivalità come autore. Proprio il suo ultimo libro - pronto per le stampe - sarebbe la vendetta, come autobiografica delle vessazioni subite. Una guerra che non ha risparmiato nessun componente della numerosa famiglia. Al rapporto conflittuale col padre si aggiunge nel giovane scrittore la scoperta di un amante nel recente passato della madre. Sbiadisce così il mito della donna perfetta e moglie devota...
Willem Dafoe, ieri alla conferenza stampa all'Hyatt Hotel, è stato subissato di domande sul ruolo della famiglia nella società americana. Ma ha subito messo le mani avanti: «Io provengo da una famiglia serena, non ho avuto un padre tanto difficile, come quello che interpreto». Poi prosegue con la critica: «La famiglia americana è un mito anche per la stessa famiglia americana, sempre alla ricerca della perfezione; e la pressione diventa tanto alta che alcuni nuclei finiscono per esplodere». Ride quando gli vene chiesto quanto è stato difficile immedesimarsi nel personaggio, per poi aggiungere: «Mi è stato già detto che ho i lineamenti taglienti, ma quelli hanno fatto la mia fortuna di attore. Io non potrei fare del male ai miei figli, né potrei mai infierire su di loro con punizioni corporee. Il padre del film è un insicuro, alla ricerca della facciata perfetta senza capire quando dolore procura a moglie e figli».
Il divorzio sarebbe per Dafoe la soluzione migliore: «Proprio per dimostrare agli altri una solidità inesistente, ci sono coniugi senza futuro che restano ostinatamente insieme. Combattere per risolvere i problemi è lodevole, ma arrendersi in certi casi è salutare per tutti».
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