James Bond batte Miss Marple e Poirot

Ian Fleming, il creatore dell’agente 007, vale oltre 100 milioni di sterline, superando la "regina del crimine" Agatha Christie. Ecco la classifica dei più ricchi giallisti del Regno Unito, la patria del genere più popolare

James Bond batte Miss Marple e Poirot

Il «giallo» non ti lascia mai al verde. Se sei un lettore o uno spettatore, ricambia con gli interessi i tuoi investimenti facendosi forte di una trama che avvince dalla prima all’ultima pagina, dalla prima all’ultima scena.
Se poi sei un autore... magari non diventerai un big milionario (in euro, dollari o sterline), però, salito sul «carro» culturale da sempre più vendibile e venduto a tutte le latitudini, dall’Islanda fino alla Terra del Fuoco, guarderai dall’alto in basso gli altri, cioè i romanzieri battitori liberi (sentimentali, autobiografici, storici e via specializzando), i drammaturghi, i saggisti e soprattutto quei parenti poveri dei poeti. Nel macroinsieme della «letteratura di genere», quella che gli anglosassoni chiamano crime story si pappa abitualmente la fetta più corposa della torta. Anche perché sta bene su tutto, non stona mai: la puoi abbinare a una storia d’amore o alla forma diaristica (le confessioni di un killer sono un topos che vanta innumerevoli tentativi - molti dei quali riusciti - di imitazione), al quadro di un’epoca che non ti appartiene ma di cui puoi sfruttare l’ambientazione e i costumi. Puoi persino fare un po’ di sociologia da supermarket, invertendo i ruoli dei «buoni» e dei «cattivi» e strizzando l’occhio al politically correct. Insomma, bastano un’idea, un soggetto più o meno originale da tener ben fermo come stella polare nel cammino, e una sufficiente qualità di scrittura per intraprendere il viaggio, certi di arrivare, prima o poi, da qualche parte. Anche se, inevitabilmente, soltanto per pochi eletti la strada è lastricata di assegni a sei o sette zeri.

E fra questi pochi eletti la comunità più vasta è quella britannica. Fra le tante cose che mantengono unito il Regno Unito (la Regina, il tè delle cinque, l’ombrello sotto il braccio, la rigorosa manutenzione di parchi e giardini, gli arbitri di calcio che fischiano con il contagocce...), c’è infatti la passione per il crimine. Del resto, anche in questo campo loro hanno una vera regina, Agatha Christie (1890-1976), giusto?
Sì e no. L’inventrice di Miss Marple ed Hercule Poirot mantiene saldamente lo scettro, ma accanto a lei c’è un principe consorte con la statura del re, molto meno gaffeur e... ingovernabile di Filippo di Edimburgo: Ian Fleming (1908-1964). Anzi, non accanto a lei, ma davanti a lei, per quanto di pochi spiccioli (relativamente parlando). Lo si ricava dalla classifica stilata da un’autorità in materia, il canale digitale tematico Alibi, visibile su Sky e Virgin Media, territorio dell’etere riservato a poliziotti, assassini, detective e rapinatori. Un trust di ricercatori facenti capo all’emittente s’è messo a spulciare fra le vendite in libreria, gli incassi ai box office di cinema e teatri, i ricavi delle aste dedicate ai cimeli e quelli dei network per stilare la top ten dei giallisti più «ricchi» del Regno.

Ebbene è emerso che James Bond, l’impavido e sciupafemmine «figlio» di Fleming, batte, da solo, l’arzilla vecchietta e l’affettato belga nati dalla penna della Dama dell’Ordine dell’Impero Britannico (onorificenza conferita alla Christie nel ’71), avendo superato, tutto compreso, i 100 milioni di sterline contro i 100 della seconda classificata. La terza piazza è occupata dal barone Archer di Weston-super-Mare, ovvero Jeffrey Archer perché così firma i suoi libri, il quale è sì fermo a quota 70 milioni, ma, essendo vivo e vegeto (classe 1940), ha tutto il tempo per incrementare i 120 milioni di copie vendute in tutto il mondo. Seguono, a scalare, Jack Higgins, Ken Follett, di gran lunga il più popolare da noi, Dick Francis, Ruth Rendell, Lee Child, Ian Rankin e Alexander McCall.
Cifre da capogiro, certo, ma che impallidiscono di fronte ai portafogli di alcuni autentici fenomeni statunitensi, anche questi esaminati dagli esperti di Alibi con l’acribia tipica degli ispettori del fisco. Basti pensare che John Grisham è valutato 600 milioni di dollari, seguito da Dan Brown con 400 e Patricia Cornwell con oltre 300. E il cambio sfavorevole, per loro, non è sicuramente un problema.


In tutto questo mulinare di milioni, fa quasi tenerezza pensare al commissario Montalbano di Camilleri, o all’avvocato Guerrieri di Carofiglio, o a Massimo Carlotto, o a Carlo Lucarelli. D’altra parte, siamo la patria dei delitti irrisolti. E crime story suona meglio.

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