La Juventus riparte con il colpo in canna

I rossoneri continuano il loro assalto a Gilardino, mentre Moratti stringe per Samuel e Pizarro

Franco Ordine

La Juventus scalda i motori. Ha lo scudetto numero 28 sul petto e la coppa Campioni tatuata in testa: è il suo dichiarato prossimo obiettivo. Sembra ieri il duello tricolore col Milan orientato in quel pomeriggio afoso dell’8 maggio a San Siro, grazie alla zampata di Trezeguet, complici l’uscita a vuoto di Dida e l’intervento fuori tempo di Nesta su Nedved. La Juventus scalda i motori della nuova stagione e si porta dietro da oggi, nella pace e nel verde di Salice Terme, la promessa firmata a più riprese da Giraudo e da Moggi in ogni pubblica apparizione. «Se c’è la possibilità di fare un colpo non ci tireremo indietro» ripetono i due che non han bisogno di parlarsi tutti i giorni per risultare sintonizzati alla perfezione. Il loro colpo non è Cassano, come i tam tam del calcio-mercato ripetono ignorando le condizioni del bilancio bianconero e dell’azionista Fiat (unica possibilità è l’auto-finanziamento), ma Patrick Vieira, centrocampista francese dell’Arsenal che consente a Capello di modificare il disegno tattico: Patrick davanti alla difesa ed Emerson, il puma, più avanti per inserirsi negli assalti all’arma bianca, nei blitz, nelle imboscate.
Fosse per la Juve o per il Milan che continua a pedinare Gilardino senza aumentare di un euro la propria offerta, magari anche i petardi preparati da Moratti per il suo popolo di tifosi (Samuel e Pizarro), potremmo vivere l’estate sognando ad occhi aperti un calcio migliore che non c’è più. E che, anzi, sotto i colpi a tradimento di tasse non pagate, di indagini su telefonate intercettate e di bilanci che fanno crac da tutte le parti, rischia di affondare, conseguenza diretta della recessione economica oltre che di una scellerata gestione allegra. Grazie alla scoperta di qualche datato trucco (fideiussioni «taroccate» eccetera), la Federcalcio non può più chiudere un occhio, riservare a un club (Napoli?) un trattamento di favore: Carraro e i suoi vice-presidenti finirebbero dritti dinanzi a un magistrato. Così bisogna attendersi, senza scandalizzarsi della rigidità promessa, una raffica di provvedimenti crudeli. Como e Reggiana sono solo i primi della lunga lista dei fallimenti annunciati. Nella migliore delle ipotesi, col lodo Petrucci cioè, il magico Toro può ricominciare dalla serie B, senza una lira di debito e con un nuovo azionista di riferimento. Al pari dei granata, Perugia, Salernitana e molte società di serie C non hanno scampo. Il Messina deve chiarire in modo puntuale la propria posizione fiscale con la Regione se vuole restare in serie A senza ombre né sospetti: l’eventuale retrocessione d’ufficio dei siciliani è l’unica speranza per Gazzoni e il Bologna di rientrare in serie A dall’ingresso di servizio.
Infine c’è la questione aperta, apertissima, del processo disciplinare al Genoa.

Lo sprint sul mercato da parte di Preziosi e la firma di alcuni professionisti di primo piano (Abbiati su tutti) fanno pensare a un’assicurazione ricevuta. Giocherà in serie A il Genoa, magari con una salvezza complicata da un macigno di 9 punti di penalizzazione. Scommettiamo?

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