La scrittrice australiana Kate Morton ha sempre amato le storie familiari che mostrano poco a poco segreti terribili e ha sempre saputo giocare con l'immaginario misterioso e terribile del bush, dove possono all'improvviso apparire animali pericolosi, dove la natura può scatenare tempeste di sabbia e nascondere realtà selvagge.
Passato e presente mescolati a una buona dose di suspense le hanno sempre permesso di tenere col fiato sospeso l'attenzione dei suoi lettori ed è quello che succede anche in Ritorno a casa (HarperCollins Italia, pagg. 592, euro 20; in libreria dal 27 agosto) di cui viene proposto il prologo in queste pagine. Ad Adelaide Hills, alla vigilia di Natale del 1959, mentre ci si sta apprestando a celebrare le feste e i bimbi danno la caccia ai serpenti viene ritrovato un cadavere in riva a un ruscello. C'è qualcosa che non torna in quello che è successo, qualcosa di inspiegabile. La polizia inizia le indagini e comincia a interrogare gli abitanti della piccola città di Tambilla, non riuscendo però a ricostruire l'accaduto.
Molti anni dopo, la giovane giornalista Jess, che ha vissuto a lungo a Londra, è in cerca di una storia che possa far svoltare la sua vita: sarà una telefonata di sua nonna Nora, ricoverata in ospedale, a farle trovare un libro che racconta i tragici eventi accaduti alla famiglia Turner nel 1959. Una storia che la sconvolgerà e toccherà profondamente, perché collegata con quella della sua stessa famiglia.
Scoprire che cosa è realmente successo, tornando anche nella terra dei suoi avi, diventerà la sua ossessione e fare luce sulle bugie raccontate negli anni la sua missione.Le piccole comunità nascondono sempre terribili segreti e il male cova nell'ombra anche nei luoghi apparentemente più sicuri e Kate Morton è abilissima nel muoversi fra le paludi dei crimini familiari.
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