"La maggior parte degli ostaggi" in mano al commando islamico nel centro commerciale Westgate a Nairobi "è stata liberata". È quanto ha riferito l'esercito del Kenya via Twitter aggiungendo che le "forze di sicurezza hanno preso il controllo di gran parte dell'edificio" e che "si sta lavorando per una conclusione rapida della vicenda". L'"importante operazione" delle teste di cuoio keniane avrebbe portato, dunque, i risultati sperati. Le vittime accertate sono al momento 68.
Uomini delle forze speciali israeliane hanno fatto irruzione dentro il Westgate, il centro commerciale di Nairobi da sabato sotto assedio da parte di terroristi del gruppo islamico somalo al Shabaab, legato ad al Qaeda. È quanto reso noto dal ministero dell’Interno keniano. "Ci sono ancora degli ostaggi nel centro commerciale, e questo rende l’operazione ancor più delicata. Finora 59 persone sono state uccise", ha detto il ministro, Joseph Ole Lenku. Sempre secondo il ministro, il numero degli assalitori è compreso fra le 10 e le 15 unità. Sono circa un migliaio le persone che questa mattina sono state tratte in salvo dalle forze di sicurezza, dopo che per oltre 20 ore erano state sequestrate dagli assalitori. I ribelli Shabab hanno fatto sapere di aver effettuato l’attacco in risposta alle operazioni militari dell’esercito Kenya in Somalia, dove le truppe dell’Unione africana stanno combattendo i ribelli armati. Secondo gli ultimi dati del governo riportati dalla Ntv keniota si stima che all’interno del centro commerciale ci sarebbero ancora 30 ostaggi.
Il presidente del Kenya: ho perso familiari nell'attacco
"Vi sono molto vicino. Anch’io ho perso dei familiari nell’attacco". Così il presidente keniota Uhuru Kenyatta si è rivolto alla nazione per esprimere la sua condanna nei confronti di un "odioso crimine". "Abbiamo avuto attacchi terroristici anche prima di oggi che abbiamo affrontato coraggiosamente. Lo faremo anche ora". "Voglio essere chiaro - ha aggiunto il presidente - troveremo e puniremo i colpevoli ovunque essi siano o si nascondano".
Tredici italiani coinvolti e messi in salvo
Il viceministro degli Esteri, Marta Dassù, ha riferito che "sono stati 13 i cittadini italiani coinvolti direttamente nell’attacco al centro commerciale, ora tutti in salvo". Tra le vittime c’è anche un cittadino somalo sposato con una italo-somala che ha il permesso di soggiorno a Torino. "Naturalmente - ha precisato Dassù - la nostra Unità di crisi riesce a seguire le persone che si sono registrate e le informazioni vanno prese con beneficio di inventario. In queste ore il lavoro dell’Unità di crisi è stato molto importante in raccordo con l’ambasciata in Kenya.
Ci siamo tenuti costantemente in contatto con le persone che erano nel centro commerciale attraverso il telefono e cos via. Gli italiani sono salvi ma purtroppo sono morte molte altre persone o locali o di altri paesi come Francia e Canada".
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