L’addio di Billè: «Sbagliai a fidarmi di Ricucci»

In attesa della nomina, la reggenza temporanea dell’organizzazione è stata affidata al numero due Carlo Sangalli, anch’egli indagato

Antonio Signorini

da Roma

Confcommercio si prepara a voltare pagina. Tra tre mesi sarà scelto il successore di Sergio Billè, il presidente che ha guidato per dieci anni la principale organizzazione degli esercenti e che si è recentemente autosospeso dopo essere finito sotto indagine per appropriazione indebita. A deciderlo è stata l’assemblea della confederazione; un’affollatissima riunione a porte chiuse i cui esiti hanno sancito la vittoria dell’ala contestatrice e hanno allo stesso tempo accontentato la maggioranza degli associati. Billè non ha partecipato a quella che sapeva essere la certificazione del suo tramonto, ma all’assemblea è stata letta una lettera dove l’imprenditore messinese prende le distanze da Stefano Ricucci, coprotagonista di uno dei passaggi più discussi della sua presidenza (l’acquisto di un immobile nel quartiere romano di Parioli per 60 milioni di euro). «Ammetto di aver sbagliato ad essermi fidato», ha scritto Billè precisando di avere fatto tutto in buona fede e nell’interesse dell’organizzazione. L’accusa dei magistrati è di avere usato per fini personale denaro di Confcommercio, il cosiddetto «fondo del presidente» che l’assemblea ha deciso di sottrarre al vertice riportandola tra le voci attive del bilancio previsionale 2006.
Una condizione posta dall’ala anti Billè e subito accettata dall’assemblea. Via libera anche alla reggenza temporanea affidata a Carlo Sangalli in attesa della elezione del presidente e delle altre cariche direttive che avverrà tra novanta giorni. La bufera giudiziaria ha reso complicato anche il passaggio della reggenza che era dato per scontato fino a poco tempo fa. Sangalli, al quale spetta per statuto il ruolo di sostituto in quanto vicepresidente vicario della confederazione, ha rilasciato ieri un’intervista nella quale ha fatto sapere di non essere disposto ad assumere la carica di reggente perché anche lui è indagato dai giudici romani. Il vicepresidente ha sciolto la riserva solo quando la quasi totalità dei 200 delegati gli ha espressamente chiesto di ricoprire l’incarico temporaneo.
«È iniziato il nuovo corso per questo palazzo, noi non siamo i frondisti ma i ripulitori», è stato il commento di Giovanni Bort, presidente dell’Ascom di Trento, esponente dell’ala contestatrice, uscita di fatto vittoriosa dal confronto. «Abbiamo interpretato l’autosospensione di Billè come atto di dimissioni», gli ha fatto eco il presidente dell’Ascom di Parma, Ugo Margini, al termine dell'assemblea-fiume durata 6 ore. La reggenza di Sangalli «è l’unica soluzione che mette d'accordo tutti, praticamente è stato nominato per acclamazione», ha riferito Carlo Gaeta, presidente di una piccola associazione di Monza, la Aimp. Il «reggente» ha comunque chiesto di essere coadiuvato da una struttura di dirigenti e sarà affiancato dai sei vicepresidenti: Umberto Paolucci, Franco Pecorini, Ferruccio Dardanello, Giovanni Cobolli Gigli, Bernabò Bocca, Fabrizio Palenzona.
L’approvazione del bilancio è stata rinviata. È stata decisa l’inclusione del fondo del presidente, ma - ha spiegato Bort - i conti della confederazione non potranno essere chiusi fino a quando non si conosceranno «le reali consistenze per l’anno prossimo».
Soddisfatto anche Bernabò Bocca, vicepresidente di Confcommercio e presidente di Federalberghi che in un’intervista ha definito Billè un «monarca». «Credo che fosse giunto il momento di voltare pagina ad una situazione triste per la nostra confederazione. Le nostre associazioni e i nostri soci non meritano di leggere quello che viene scritto sui giornali».
Comunque vada, non tutte le ferite di Confcommercio sono destinate a rimarginarsi.

Il presidente di Faid-Federdistribuzione ha confermato l’uscita della federazione della grande distribuzione da Confcommercio. «Ci sono tante confederazioni, a partire da Confindustria - ha lamentato Bernabò Bocca - a cui piacerebbe tanto saccheggiare nel nostro pingue ventre».

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