L’alta tecnologia targata Genova vince la crisi e crea posti di lavoro

L’alta tecnologia targata Genova vince la crisi e crea posti di lavoro

Una boccata d’aria fresca per quanto riguarda il consuntivo 2009, ma soprattutto una ventata di moderato ottimismo sulle prospettive del prossimo triennio, in particolare se decollerà definitivamente il progetto-Erzelli: è quanto emerge dalla quarta indagine sulle imprese genovesi dell’alta tecnologia promossa da Dixet, il consorzio delle aziende high tech, in collaborazione con Confindustria, che è stata presentata ieri nella sede della Banca d’Italia. Alla tradizionale inchiesta, realizzata tra la fine del 2009 e l’inizio del 2010, hanno partecipato 75 aziende del comparto, che a Genova comprende circa 150 imprese con oltre 10mila dipendenti. I dati confermano che le filiere principali dell’high tech locale riguardano software, informatica, elettronica e automazione per un valore complessivo superiore al 70 per cento, con una forte presenza di piccole e piccolissime imprese, che rappresentano il 72 per cento sul totale occupati. Resta di grande rilievo, comunque, la presenza di una decina di aziende di grandi dimensioni. Sul totale dei dipendenti, i diplomati e laureati tecnici coprono una quota superiore al 77 per cento.
La ricerca mette in evidenza la significativa tenuta delle aziende che nel 2009, nonostante la crisi, registrano un incremento del fatturato dell’1 per cento rispetto all’anno precedente, e per il 2010 prevedono una crescita intorno al 5 per cento. I dati raccolti, in controtendenza rispetto all’industria manifatturiera italiana che nello scorso anno ha registrato una contrazione del fatturato del 15 per cento circa, confermano la vitalità di un settore formato soprattutto da piccole imprese che esportano una quota significativa del fatturato. Proprio il fatturato, secondo il 75 per cento delle aziende intervistate, registrerà un significativo incremento nel triennio 2010-2012, accompagnato, sempre secondo la maggioranza delle imprese, da una crescita anche in termini occupazionali. Nel corso del 2009, inoltre, a dispetto della difficile congiuntura economica internazionale, il 65 per cento delle aziende non avrebbe rilevato un reale aggravamento delle condizioni del credito praticate dal sistema bancario. Le strutture imprenditoriali dell’high tech genovesi, inoltre, presentano un’incidenza della «Ricerca e Sviluppo» sul fatturato elevata (per quasi la metà delle aziende superiore al 5 per cento), in un Paese che si caratterizza per un rapporto tra spesa in R&S e Pil di poco superiore all’1 per cento.
Nella precedente indagine, solo il 53 per cento delle aziende esprimeva una valutazione positiva. Questo significa - rileva il professor Carlo Castellano, presidente del Dixet - che il clima previsto dovrebbe volgersi verso condizioni ben più favorevoli per le aziende. Una indicazione condivisa, del resto, sia dalle piccolissime, sia dalle medie aziende. Il fatto poi che il 39 per cento delle aziende segnali un incremento dell’occupazione nel 2010, e oltre la metà lo ipotizzi nel triennio 2010-12, pare importante e confortante, tanto più che le indicazioni di riduzione degli addetti appaiono invece marginali.
Dall’indagine emerge, infine, una forte domanda di partecipazione al Parco Scientifico e Tecnologico degli Erzelli, che secondo le aziende del comparto dovrebbe essere agevolata dalle istituzioni attraverso l’utilizzo di strumenti innovativi come gli accordi di programma. «È un quadro positivo - sottolinea fra l’altro il professor Castellano -. Nel 2009 il comparto ha retto bene la crisi internazionale e nel 2010 la prospettiva è di un sensibile incremento del fatturato, che segnerà definitivamente l’uscita dalla crisi. In quest’ottica - insiste Castellano - è importantissimo il progetto degli Erzelli, che sta andando avanti con la costruzione dei due edifici della Ericsson, e che in tempi brevi vedrà anche la realizzazione dell’Università e del laboratorio del Cnr».
Gli siede accanto, e visibilmente acconsente all’analisi, il Magnifico Rettore dell’Università di Genova, Giacomo Deferrari. Che però torna a precisare, in termini molto pratici, la sostanza della questione, in particolare per quanto riguarda il trasferimento della Facoltà di Ingegneria che darebbe un impulso decisivo all’operazione-Erzelli fungendo anche da traino per ulteriori insediamenti: «C’è qualche piccolo problema economico, inutile nasconderlo - spiega Deferrari -. Ma contiamo senz’altro di risolverlo. Nonostante quello che si dice talvolta a sproposito, siamo anche noi favorevoli al trasferimento di Ingegneria. Si può prevedere che nel 2013 gli studenti vadano a lezione nelle aule situate nel nuovo villaggio tecnologico del ponente». In realtà, mancherebbe ancora la garanzia di ottenere una quindicina di milioni di euro senza i quali - lo ha ripetuto più volte chiaramente lo stesso Magnifico Rettore - il «trasloco» non si può fare. «I tempi sono essenziali» ribadisce il professor Castellano, che lancia un appello a velocizzare le procedure e, in questo senso, si rivolge anche alle autorità istituzionali.
All’incontro di presentazione dell’indagine Dixet hanno preso parte anche il direttore di sede di Bankitalia Letizia Radoni, la presidente del Bic Liguria Cristina Battaglia, la presidente del Comitato Area Ricerca del Cnr-Consiglio nazionale delle ricerche, Bianca Falcidieno, e il numero uno di Confindustria Genova Giovanni Calvini con il neo-direttore Massimo Sola.

Tutti hanno sottolineato l’importanza dello sviluppo del comparto dell’alta tecnologia per l’economia genovese, senza naturalmente far calare l’attenzione su altri settori produttivi - manifatturiero e portuale, innanzi tutto, come ha sottolineato Calvini - che possono concorrere, non certo in ruolo subordinato, alla crescita della ricchezza e dell’occupazione.

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