L’Austria frena sulla lettera antiprotezionismo

da Roma

Stasera, al Consiglio europeo di Bruxelles, i capi di Stato e di governo dell’Ue discuteranno a cena del protezionismo economico emergente in Europa. Lo conferma il portavoce della presidenza di turno austriaca. Non sarà invece presentata una lettera aperta antiprotezionismo e contro il nazionalismo economico, firmata dai Paesi più orientati al libero mercato, che il ministro italiano dell’Economia, Giulio Tremonti, aveva preparato in bozza. Pur esprimendo simpatia sull’iniziativa della lettera, e condividendone i contenuti, diversi Paesi - come Regno Unito, Svezia, Finlandia, Olanda e Irlanda - hanno preferito non sottoscrivere ufficialmente l’iniziativa. La lettera conteneva ampi riferimenti alle posizioni espresse recentemente dal presidente della Commissione Ue, Manuel Barroso, sul mercato unico.
Secondo fonti diplomatiche, la presentazione di una lettera antiprotezionismo firmata da molti Paesi avrebbe potuto mettere in difficoltà la presidenza di turno austriaca, in particolare nei confronti della Francia e della Polonia. Per evitare frizioni in un momento molto delicato come l’attuale, Vienna avrebbe chiesto al ministro dell’Economia italiano di rinunciare alla lettera. Dopo le anticipazioni del Financial Times sull’iniziativa e sui contenuti del documento, ieri mattina, il ministro delle Finanze austriaco Karl-Heinz Grasser ha telefonato a Tremonti per comunicargli che, pur condividendo i concetti espressi nella lettera, l’Austria aveva deciso di non firmarla. Posizioni analoghe sono state poi espresse da Olanda, Svezia e Regno Unito.


Del resto, il summit dei Capi di Stato e di governo, che si apre oggi a Bruxelles, è per larga parte dedicato alle riforme economiche e alla politica energetica. Le occasioni per discutere dei casi al centro del dibattito sul neoprotezionismo (da Enel-Suez alle pressioni del governo di Varsavia sulla banca centrale polacca nella vicenda Unicredit) non mancheranno.

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