L’Eni punta 20 milioni su San Donato

Dopo decenni il colosso dell’energia torna a investire nella città che Enrico Mattei scelse come quartier generale Il progetto prevede un palazzo, strade, 2mila metri quadri di verde e la riqualificazione di un’area degradata

L’Eni punta 20 milioni su San Donato

La sesta zampa (o palazzo) del cane nero su sfondo giallo che ruggisce fuoco si sta per posare ancora su San Donato Milanese. Un progetto griffato Eni nuovo di zecca che, dopo i cinque totem che hanno segnato gli anni Cinquanta (piazza Vanoni, 1957), Sessanta (piazza Boldrini, 1962), Settanta (viale De Gasperi), Ottanta (via Martiri di Cefalonia, 1984) e Novanta (via Emilia, 1991), tornerà a far vivere il sogno di Enrico Mattei che volle incidere profondamente sulla qualità della vita dei lavoratori. Secondo i dettami di un capitalismo paternalista che ebbe in quegli anni la sua età dell’oro e, in un’Italia appena uscita dalla guerra, Mattei decise che proprio a San Donato si dovesse dare un contributo decisivo alla rinascita dell’economia nel Paese. E a San Donato pose la culla dello sviluppo energetico creando Metanopoli, modello di intreccio virtuoso tra sviluppo urbanistico e di servizi alle persone.
Oggi quella storia potrebbe fare un altro passo in avanti con l’arrivo in consiglio comunale del Pii, il Piano integrato di intervento che, grazie alla convenzione firmata da Comune di San Donato ed Eni, riprogetta l’area denominata De Gasperi est ed è compresa tra le vie De Gasperi, Ravenna, Correggio e Vannucchi. «Un passaggio storico per la nostra comunità - assicura il sindaco Mario Dompè -. Per questo mi auguro che si possano superare le logiche di partito e che il piano possa essere approvato da tutto il consiglio comunale. Il ritorno dell’Eni alle condizioni pattuite rappresenta un’occasione irripetibile». In gioco oltre 73mila metri quadrati di uffici che frutteranno alle casse comunali 12 milioni di euro solo in oneri di urbanizzazione. Oltre a 3.600 nuovi posti di lavoro e un investimento di 20 milioni di euro per il recupero e la valorizzazione dell’area che sarà dedicata al terziario con una dotazione di opere di urbanizzazione primaria (tratti stradali e sottoservizi per una superficie di 7mila metri quadrati) e secondaria (44mila metri quadrati, di cui 2mila destinati ad aree verdi e 42mila nuovi parcheggi). Il tutto ceduto gratuitamente al Comune da Eni. Che consegnerà all’amministrazione anche un’area di 150mila metri quadrati in località Monticello per realizzare il recupero ambientale e abitazioni per i giovani sandonatesi. Un contributo dell’Eni andrà al parco sportivo di Metanopoli, un milione e mezzo di euro destinati alla riqualificazione del centro voluto proprio da Enrico Mattei e che, in base alla convenzione, ne porterà il nome. Un intervento attento anche alla qualità dell’ambiente, dato che grazie allo sfruttamento del know how dell’Eni sarà ricercata la miglior efficienza energetica grazie agli investimenti nell’innovazione tecnologica. E così il progetto del «Sesto palazzo» che approda oggi in aula si può definire un piano industriale non speculativo in grado di rilanciare l’economia della zona riqualificando un’area degradata. Con l’Eni che, dopo un ventennio, torna a investire massicciamente su San Donato in un periodo di grande incertezza economica. Elevato era il rischio che Eni si allontanasse dal territorio, con gravi problemi alle famiglie dei 3mila sandonatesi tuttora impiegati presso il colosso dell’energia. «Grazie all’Eni - ricorda Dompè - si potrà recuperare un’area degradata con una preziosa collaborazione tra pubblico e privato».

Senza timori per l’impatto. «Si tratta - aggiunge il sindaco - di un progetto bello anche dal punto di vista urbanistico. E che porterà lavoro all’indotto e possibilità di impiego per i nostri giovani. Anche in una momento di crisi come questo».

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