L’Ente Cassa di Risparmio Firenze e il centenario del grande Fattori

Quattro importanti mostre di taglio inedito con centinaia di opere esposte, una straordinaria iniziativa editoriale, un convegno nazionale sul restauro: è il denso programma con cui il capoluogo toscano, anche grazie all’impegno dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, sta celebrando Giovanni Fattori (1898-2008). Il più noto dei Macchiaioli, ovvero il pittore dell’epopea risorgimentale e delle vedute maremmane, scomparso un secolo fa in un’aula dell’Accademia di Belle Arti, l’istituto di via Ricasoli che aveva frequentato per 60 anni, prima studente, poi docente.
Il progetto - elaborato da Carlo Sisi, uno dei massimi esperti di arte dell’Ottocento - e la mostra organizzata dalla Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti costituiscono la straordinaria offerta di Firenze per Fattori. Un percorso articolato, che abbraccia sia quest’anno sia il prossimo, promosso e prodotto dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze insieme alla Soprintendenza speciale per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e per il polo museale della città di Firenze - galleria d’arte moderna.
L’iniziativa ha ricevuto il patrocinio del comune di Firenze oltre alla collaborazione di Firenze Musei, Fondazione Parchi Monumentale Bardini e Peyron, Accademia di Belle Arti, Museo Nazionale Alinari della Fotografia, Biblioteca Marucelliana, Museo civico Giovanni Fattori - Villa Mimbelli di Livorno e Centro europeo per il restauro (Cerr) di Siena. L’obiettivo del lungo viaggio sulle orme di Fattori, livornese di nascita e fiorentino d’adozione, è di sottolinearne il particolare valore nella cultura italiana tra Ottocento e Novecento e di mettere a fuoco le caratteristiche della sua pittura in rapporto ai movimenti artistici europei del tempo.
Il programma culmina con la mostra «L’altra faccia dell’anima. Ritratti di Giovanni Fattori» (ottobre 2008 – gennaio 2009, curatori Giuliano Matteucci e Carlo Sisi), presentata dalla Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti su progetto dell’Istituto Matteucci, che, attraverso una mirata selezione di circa 60 ritratti, tende a rivelare l’artista in uno degli aspetti meno noti, ma certo tra i più complessi e sorprendenti della sua personalità: una fisionomia pittorica che, mutando nel tempo attraverso il costante aggiornamento dello stile, impone Fattori tra gli osservatori più attenti e acuti dell’anima del proprio tempo. Ma fino al 15 novembre all’Accademia di Belle Arti resterà aperta anche la mostra «I luoghi di Fattori»: una affascinante retrospettiva di disegni, foto, oggetti, curata da Giuliana Videtta con Anna Gallo e allestita nelle aule dove il pittore studiò e insegnò, ambienti ripristinati e visitabili per la prima volta.
Dal 4 dicembre 2008 al 15 febbraio 2009 al Museo Alinari (curatrice Monica Maffioli) ci sarà invece «Macchie di luce. I Macchiaioli e la fotografia». Anche in questo caso un’operazione inedita, con cui si affronta per la prima volta in modo tanto ampio il rapporto tra gli esponenti del movimento e la rivoluzione dell’immagine prodotta tecnologicamente. Un confronto tra scatti belli e rarissimi con dipinti di Signorini, Fattori, Borrani, per una mostra che si collega ai contenuti delle altre esposizioni.
Infine (13–14 novembre) è in agenda il convegno «Effetto luce» sulle tecniche di restauro dei dipinti dell’800, ideato in seguito agli interventi sulle opere fattoriane avviati alla Galleria d’arte moderna come Progetto Giovanni Fattori. L’iniziativa mette per la prima volta a confronto i maggiori esperti internazionali sui temi della conservazione dei dipinti su tela e su legno del XIX secolo. Queste iniziative completeranno il percorso iniziato a marzo, con l’edizione anastatica dello «Zibaldone» di Telemaco Signorini, compagno di strada di Fattori. Curata da Silvio Balloni, l’anastatica ha reso possibile la consultazione di un volume complesso quanto unico, in cui Signorini sintetizzò tutti i temi della modernità di allora e della sua ispirazione: la novità della fotografia, l’incisione, l’impegno sociale, il rapporto con Proudhon e col verismo.

Senza dimenticare la mostra «Fattori e il Naturalismo in Toscana» (curata da Francesca Dini) a Villa Bardini dedicata al Fattori naturalista, pittore dei campi: circa 40 le opere esposte per mettere in luce il rapporto tra l’artista e alcuni epigoni toscani della generazione successiva (i Tommasi, Sorbi, Cecconi, Micheli, Panerai, Gioli, Cannicci, Ferroni).

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