Si va alla ricerca del tempo perduto nei film della serie L’era glaciale. Si procede infatti a ritroso nel contesto degli eventi proprio mentre si insegue la perfezione tecnica. Infatti ora anche L’era glaciale 3 di Carlos Saldanha - in uscita venerdì prossimo - punta sulle 3D, pur senza avere un taglio avventuroso. Nel primo episodio (2002), l’uomo era già apparso. Dunque - se ne deduceva - i dinosauri erano estinti. Nel secondo (2005) non appariva nemmeno l’uomo primitivo, in compenso si concretizzava una minaccia naturale che portava i personaggi animali a un esodo pre-biblico, col modesto risultato che il film confluiva, per ispirazione, in un’altra serie per bambini, giunta a dodici film: Alla ricerca della valle incantata. Nel terzo episodio dell’Era glaciale si prosegue così: altro esodo per altre ragioni. Il bradipo è stato rapito da una tirannosaura! Dal paleolitico dell’uomo primitivo al giurassico dei grandi sauri è un bel balzo indietro nel tempo, ma al cinema càpita anche di peggio. Così non stupitevi se L'era glaciale 3 avrà per sottotitolo L’alba dei dinosauri, che lo antepone al secondo episodio. Niente di male per bambini, che si pongono poco il problema del prima e del dopo e ancor meno quello della creazione o dell'evoluzione. Invece i loro accompagnatori noteranno che la durata cresce: dagli 81 minuti del primo film ai 91 del secondo, fino ai 96 minuti di questo. Calando l’effetto sorpresa, sarebbe meglio abbreviare le storie. È il parere del critico. Ma il pubblico infantile e quello giovanile sono seriali: cioè amano sentire e risentire la stessa storia. Gli incassi negli Stati Uniti e in Europa (in Italia il film arriva due mesi dopo che in Francia) lo confermano. La vicenda - è più o meno sempre quella fin dall’inizio - del mammut, della tigre e del bradipo dunque piacerà ancora. La prima generazione di bambini che ha visto L’era glaciale è cresciuta, ma resta affezionata ai séguiti. Così ci sono coppiette di adolescenti che, tenendosi per mano e baciandosi sulla bocca, continuano a divertirsi, soprattutto col personaggio più riuscito, lo scoiattolo Scrat, sempre alle prese con l’irraggiungibile ghianda. E poiché era prevedibile che lo sviluppo fisico avesse il suo corso, gli sceneggiatori ne hanno tenuto conto nei ritocchi alla storia: nel concupire la ghianda, ora Scrat si confronta con una femmina, decisa quanto lui, ma più maliziosa... Scrat ha tradizionalmente per sé l’introduzione, gli intermezzi e il finale. Gli altri personaggi hanno il resto. Quello che scorreva leggero nel primo episodio, l’integrazione di specie molto diverse come rappresentazione del mondo globalizzato, viene riproposto con maggior insistenza. Scrat invece non parla, non fraternizza, vuol solo mangiare. Trovando qui una compagna, giustamente la considera innanzitutto una rivale nella lotta per la sopravvivenza, più che un supporto per far continuare la specie. Ma poi abbassa la guardia, davanti alle ciglia sapientemente sbattute dalla femmina. E addio ghianda! Il saggio insegnamento - mai fidarsi interamente di nessuno - si capovolge di fronte agli altri personaggi. Il mammut ha ora una compagna e propende a farsi una famiglia. Il bradipo, che già lamentava la sua solitudine, ora incappa in piccoli tirannosauri che gli si affezionano, considerandolo la madre. Ma quest’ultima non si rassegna all'equivoco... Insomma, solo la tigre invecchierà senza prospettive di riproduzione, colpita dal destino dell’omosessuale.
Stati d’animo complessi, che il film d’animazione può esprimere solo infittendo i dialoghi e perdendo l'immediatezza che lo distingue dal film con attori. L’era glaciale 4 giungerà nel 2011. Per quella data, cercansi disperatamente idee nuove per serie vecchia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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